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Turchia: molte le violazioni della libertà di espressione

(Keystone-ATS) Sono mille, e sono quindi molte, le presunte violazioni della libertà di espressione in Turchia all’esame della Corte europea dei diritti dell’Uomo: lo ha sottolineato oggi ad Ankara il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, ribadendo la preoccupazione per la compressione delle libertà di stampa nel paese ma anche l’impegno con cui il governo turco vuole allineare gli standard giuridici del paese a quelli europei.

“Ci sono 16 mila casi pendenti contro la Turchia presso la Corte europea dei diritti dell’Uomo a Strasburgo e mille di questi riguardano la libertà di espressione” ha detto Jagland, sottolineando che la cifra è motivo di “molta preoccupazione” anche perchè ha un “effetto congelante” sulla libertà “del giornalismo e i giornalisti in Turchia”. Il segretario generale, pur senza fornire dati comparati sul numero di procedimenti in altri paesi, ha detto i mille casi relativi alla Turchia sono comunque “molti” ed è evidente “che qui ci sono problemi”.

Parlando a giornalisti a margine di un convegno sui casi turchi presso la Corte di Strasburgo, cui ha partecipato anche il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il segretario generale del Consiglio d’Europa ha detto che i procedimenti giudiziari relativi alla libertà di stampa vengono interpretati per motivi “storici” in maniera “molto differente” rispetto agli standard di “ogni paese europeo” dove si è “liberi di criticare il governo” senza richiare procedimenti penali per diffamazione.

Jagland ha sottolineato l’importanza della conferenza di oggi ad Ankara: “lo straordinario livello” della partecipazione, ha affermato il segretario generale riferendosi implicitamente a Erdogan e al ministro della Giustizia turco Sadullah Ergin, dimostra che il governo turco sta affrontando il problema “molto seriamente” collaborando con il Consiglio d’Europa nel rivedere “le leggi turche e la loro applicazione” in un processo di riforma che “dovrà fare molta strada”. Il segretario generale ha definito “un problema” fra l’altro la lunghezza della custodia cautelare in Turchia.

Il periodo di detenzione senza processo, come noto, può arrivare a dieci anni. Con accuse di partecipazione a tentati golpe contro Erdogan o di fiancheggiamento del terrorismo, in Turchia sono in carcere circa 60 giornalisti: una cifra che secondo un’associazione di categoria pone il paese fra i peggiori al mondo, superando anche la Cina.

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