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“Too big to fail”: il PLR per regole di qualità

(Keystone-ATS) BERNA – Prima che la questione del “too big to fail”, ossia di quelle banche o aziende troppo grandi per fallire, arrivi sul tavolo del Consiglio federale, in autunno, il Partito liberale radicale ha illustrato oggi in una conferenza stampa a Berna la propria posizione. Non ci vogliono altre leggi, ma leggi migliori.
Dopo la “pillola politicamente amara” del salvataggio di UBS, a suon di miliardi di franchi, il partito del presidente Fulvio Pelli, presente alla conferenza stampa, sollecita nuove regole, in cui non conti la rapidità nell’approvarle, ma la loro qualità, ha dichiarato. Il partito si schiera compatto a sostegno dei lavori che sta portando avanti lo speciale gruppo istituito dal governo.
Non si tratta, quindi, di arrivare alla ristrutturazione delle grandi banche dividendole per paesi o settori di attività, come chiedono UDC o PS; dovrebbe essere possibile separare una parte dell’istituto in caso di fallimento, ha rilevato il consigliere agli Stati Rolf Schweiger (ZG).
Il PLR non vuole neppure sentir parlare di nuove tasse nel settore bancario, tutto al più potrebbe accettare una nuova imposta qualora venisse introdotta su scala mondiale. Quale contropartita la compagine di Pelli chiede la soppressione del dazio doganale, o una riduzione del carico fiscale delle imprese.
Per quanto concerne bonus e superstipendi, i liberali radicali sollecitano le banche a rinunciare alle remunerazioni abusive. Eventuali misure legali, tuttavia, dovrebbero venir prese solo nell’ambito delle riforma in corso del diritto azionario.
La strategia PLR va di pari passo con la mozione adottata in giungo dal Consiglio nazionale: le grandi banche dovrebbero aumentare le loro riserve di capitale. In caso di crisi dovrebbero disporre di sufficiente capitale proprio, o di obbligazioni convertibili (contingent convertible capital) o altri strumenti simili.
Anche i possessori di obbligazioni dovrebbero passare alla cassa; le esigenze in materia di liquidità dovrebbero essere rafforzate in modo che gli istituti finanziari possano superare un periodo minimo senza ricorrere a tesorerie esterne. Anche la “ratio” dell’indebitamento delle banche andrebbe adeguata: regole più severe permetterebbero inoltre di limitare le operazioni in conto proprio.
In caso di risanamento, l’autorità di sorveglianza dovrebbe poter imporre una conversione delle obbligazioni in capitale azionario, così come cambiamenti in seno alla direzione dell’azienda. Essa dovrebbe anche poter prevenire i rischi, intervenendo in particolare in caso di aumenti eccessivi delle transazioni in certi settori.
Per il presidente Pelli, le misure proposte dal PLR “sono concrete e hanno lo scopo di proteggere la piazza economica svizzera. L’importanza delle grandi banche non è più da dimostrare, esse sono fonte di migliaia di impieghi. In un contesto di accresciuta concorrenza tra diversi centri finanziari – ha dichiarato – i posti di lavoro nel nostro paese vanno resi più sicuri”.

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