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37 persone decedute nei laghi e fiumi svizzeri

Le acque gelide e invitanti della Verzasca possono rivelarsi fatali per chi non fa attenzione. KEYSTONE/TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI sda-ats

(Keystone-ATS) Stando a dati non ancora completi, sono 37 al momento le persone decedute durante la stagione balneare di quest’anno nei laghi e fiumi svizzeri. Lo indica una nota odierna della Società Svizzera di Salvataggio (SSS).

La maggior parte degli annegamenti è avvenuta nelle acque libere. Rispetto al 2017, è salito il numero di bambini deceduti.

Tra i 37 decessi si contano 27 uomini, 6 donne e 4 bambini. In 33 dei casi il decesso è avvenuto in acque libere. Quattordici persone sono annegate in fiumi/ruscelli, 19 in laghi (di cui 3 durante immersioni) e due in una piscina coperta. Una persona è morta in un stagno e un’altra in una piscina privata. Dodici gli stranieri.

Il bilancio intermedio è un’istantanea, precisa la SSS. Casi non chiari al presente saranno analizzati e integrati nella statistica finale.

Negli stabilimenti balneari sorvegliati non si registra praticamente alcun incidente. Le acque libere costituiscono invece il punto dolente. Si tratta di “una tendenza che osserviamo da molto tempo”, afferma con preoccupazione Reto Abächerli, direttore esecutivo SSS, citato nel comunicato.

Per ridurre questo rischio, è necessario a suo avviso puntare ancora di più sul lavoro di prevenzione. Soprattutto negli incidenti con il coinvolgimento di bambini, la responsabilità degli adulti per quanto riguarda la sorveglianza è centrale.

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