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A Julian Barnes il Booker Prize

(Keystone-ATS) Julian Barnes finalmente ha vinto il Man Booker Prize. Il più prestigioso premio letterario del mondo anglosassone è stato attribuito ieri sera alla Guildhall nella City di Londra. Una assegnazione al termine di una stagione segnata da polemiche secondo cui la rosa dei finalisti era stata selezionata all’insegna della “leggibilità”, non dell’arte.

Era stata una controversia auto-inflitta. Un caso unico tra i premi letterari, il regolamento del Booker concede ai giurati totale carta bianca nella scelta dei criteri che portano alla selezione e Stella Rimington, presidente della giuria, nell’annunciare i romanzi su cui è stata operata la scelta ha indicato che la “leggibilità” era stata la pietra di confronto.

È un’annosa polemica: arte contro trama. Dalla frase della Rimington era nato un finimondo, tra titoli di giornali sulla “crisi del Booker” e l’iniziativa promossa da agenti letterari e scrittori come Mark Haddon e David Mitchell di creare un premio rivale, il “Literature Prize” il cui stesso nome sottolinea la controversia. La preferenza dei giurati per romanzi con la trama aveva indotto a scartare alcuni favoriti come At Last di Edward St Aubyn o the Stranger’s Child di Alan Hollinghurst. Entrambi pubblicati da Picador e entrambi impallinati da, tra gli altri, un giallo e un western.

Stavolta ha vinto Barnes, il favorito tra gli allibratori che ha battuto nella rosa della finale due donne (Esi Edugyan and Carol Birch) e due scrittori al primo romanzo. Due autori canadesi (la Edugyan and Peter deWitt) e tre britannici. Quattro autori pubblicati da editori indipendenti. The Sense of Ending, una novella di 150 pagine “scritta squisitamente” come ha detto la Rimington, è il quarto romanzo del sessantacinquenne autore del Pappagallo di Flaubert (gli altri, oltre al Pappagallo 24 anni fa, sono England, England e Arthur e George) a entrare tra i finalisti e stanotte è stata la volta buona di incassare le 50 mila sterline del premio sponsorizzato dal 2002 dal Man Group, una società di borsa.

Sfidanti stavolta erano Snowdrops di A. D. Miller; Half Blood Blues della Edugyan; Pigeon English di Stephen Kelman, The Sisters Brothers di de Witt e Carol Birch, con Jamrach’s Menagerie, che aveva sperato di vincere perchè l’assegno le avrebbe fatto comodo per pagare gli studi ai figli, in età universitaria.

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