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A rischio depositi biodiversità, corsa per salvare semi

(Keystone-ATS) Accelera la corsa a mettere in salvo tutti i semi del pianeta, custoditi nelle casseforti della biodiversità che sembrano essere in pericolo in diverse aree del mondo. In Egitto, nei giorni delle contestazioni al presidente Hosni Mubarak, nel deserto del Sinai è stata derubata la banca genetica egiziana, in cui era conservata una collezione di frutti e piante medicinali.

Le attrezzature sono sparite e il sistema di raffreddamento è stato distrutto. In Russia, la stazione sperimentale di Pavlovsk che conserva una delle collezioni più importanti d’Europa di frutti e bacche è a rischio chiusura per la lottizzazione del terreno. Per i depositi di semi del mondo, il cui compito è salvare l’agricoltura in caso di calamità naturale, ora c’è la necessità di “fare cassa” in luoghi sicuri, prima che episodi simili si ripetano. E la rete dei centri si è attivata.

In quella che è destinata a diventare la banca mondiale dei semi, lo Svalbard Global Seed Vault, situato nell’arcipelago norvegese è arrivato un carico di 50mila semi, trasferiti nelle tre camere di conservazione poste al termine di un tunnel lungo 100 metri, scavato in una montagna di roccia e ghiaccio. Il deposito sotterraneo delle Svalbard, inaugurato tre anni fa, custodisce già 600mila semi, ad una temperatura costante di -18 gradi.

Il nuovo carico ha integrato il suo patrimonio con alcuni rari fagioli di Lima e un cantalupo resistente alla ruggine, entrambi provenienti dall’International Center for Tropical Agriculture colombiano che finora ha inviato 3.600 varietà di semi. Dal Livestock Research Institute di Addis Abeba, in Etiopia sono arrivati semi per colture da foraggio e dall’Arizona sono stati spediti i semi di rare piante leguminose che una tribù di Navajo ha preventivamente sottoposto a benedizione in una cerimonia.

Il Dipartimento per l’agricoltura americano ha inviato semi di soia raccolti in Cina oltre un secolo fa e semi di Solanum chilense e Solanum galapagense, parenti selvatici del pomodoro, il cui materiale genetico è stato usato dal dipartimento e dall’università della California per creare pomodori ricchi di licopene e di beta-carotene. Il deposito sotterraneo delle Svalbard si avvia così a diventare “la rete di sicurezza per l’agricoltura mondiale”, come ha affermato Roland von Bothmer, genetista e responsabile della gestione dello Svalbard Global Seed Vault.

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