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Accordo quadro: Pfister scuote Cassis, servono miglioramenti

È ora di chiedere miglioramenti a Bruxelles, dice il presidente PPD. KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Gerhard Pfister scuote Ignazio Cassis e gli altri membri del governo: il presidente del PPD esorta i consiglieri federali a lavorare per ottenere miglioramenti significativi dell’accordo quadro con l’Ue, attualmente a suo avvisto totalmente insufficiente.

Sono lì per quello, afferma. E all’indirizzo dell’UDC parte un ammonimento: si decida se vuole stare dentro o fuori dal governo, attualmente fa solo opposizione.

“Siamo l’unico Paese in Europa che ha espresso ancora una volta un atteggiamento positivo nei confronti delle relazioni con l’Ue”, afferma Pfister in un’intervista pubblicata oggi sul sito del Tages-Anzeiger. “Mi aspetto che Bruxelles ne prenda nota. Il Consiglio federale è ora ancora più legittimato a dire all’Ue che l’attuale accordo quadro non è in grado di ottenere una maggioranza”.

Secondo il consigliere nazionale di Zugo sono necessari miglioramenti sostanziali. “Dobbiamo finalmente parlare del problema fondamentale, quella della sovranità. Il ruolo della Corte di giustizia europea nell’accordo quadro è tossico. Non è accettabile che un tribunale europeo unilaterale decida in merito alle relazioni tra l’Ue e un non membro”.

Per Pfister da anni i partiti elvetici evitano di essere i primi a dire che l’accordo quadro è morto: ma esso “non è mai vissuto”, dice. “Senza miglioramenti sostanziali il risultato è insufficiente, nemmeno il PLR lo ritiene buono. Anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz afferma che non si deve imporre nulla alla Svizzera. Questo messaggio deve arrivare a Bruxelles. È del tutto possibile che l’Unione europea concluda poi che l’accordo è morto”.

Stando al 57enne per quanto riguarda la protezione dei salari si può trovare una soluzione. Il punto più difficile è la direttiva sulla cittadinanza dell’Unione europea. “La Svizzera verrebbe di fatto integrata nell’Ue”. I cittadini dell’Unione europea avrebbero diritto a prestazioni sociali e pensioni per le quali non hanno versato quasi nessun contributo. “Questo è andare troppo oltre”, afferma Pfister. “Ma è, a quanto sembra, l’obiettivo dell’Ue: per questo motivo nutro seri dubbi sulla sua disponibilità a venire incontro alla Svizzera”.

Il governo può ancora salvare l’intesa? “Accidenti, i consiglieri federali sono eletti proprio per questo”, risponde il dottore in letteratura, usando in entrata l’espressione dialettale Gopfriedstutz. “L’accordo quadro è la loro grande bugia di vita. Per troppo tempo hanno creduto che si potesse regolare le cose in qualche modo. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha detto: ‘ca passe ou ça casse’. E dico questo: se la cosa fallisce, sarà nel suo dipartimento, che ora è chiamato a fornire una prestazione”.

Per Pfister il consigliere federale ticinese deve riflettere attentamente sulla nomina del negoziatore capo. Il segretario di stato Roberto Balzaretti, che ha già parlato pubblicamente del “miglior risultato negoziale possibile”, non può ora imporre in modo credibile miglioramenti sostanziali all’Ue, sostiene il presidente PPD.

Il deputato di Zugo critica anche il consigliere federale Ueli Maurer, che ha espresso pubblicamente simpatia per l’iniziativa sulla limitazione. Un atteggiamento che, a suo avviso, danneggia la Svizzera e anche la stessa UDC.

“La forza del nostro sistema è che integra tutte le forze rilevanti nel governo”, argomenta l’intervistato. “Se un membro dell’esecutivo federale è costantemente all’opposizione, ci si chiede se la concordanza sia ancora utile. L’UDC non fa nulla della sua posizione di partito più forte e si comporta come se non avesse alcun potere. Prende le distanze da tutto, compreso il proprio giudice federale, e non si assume alcuna responsabilità. Questo è il ruolo classico di un partito di opposizione”, prosegue. “Mi chiedo se voglia rimanere partito in Consiglio federale”.

“Sono un sostenitore della concordanza”, insiste Pfister. “Noto semplicemente che la più grande formazione di questo Paese sta facendo tutto il possibile per promuovere lo sviluppo di un sistema governo-opposizione. Non si può giocare a calcio con le regole della pallamano. Se una squadra non gioca secondo le regole, bisogna chiedersi se non sia meglio concordare nuove regole. Questo deve deciderlo l’UDC. Ci sono anche forze che sostengono la concordanza: il consigliere federale Guy Parmelin, ad esempio, gestisce la situazione molto meglio di Ueli Maurer”.

Ma non vi sarebbero rischi, con i democentristi fuori dall’esecutivo? “Abbiamo già una situazione di blocco. Ci chiediamo semplicemente cosa cambierebbe se l’UDC non fosse più rappresentata in Consiglio federale. È possibile condurre altri attacchi personali contro i consiglieri federali? L’indipendenza della magistratura può essere messa ancora di più in discussione? È possibile indire altri referendum?”

“Dobbiamo anche pensare a come coinvolgere i Verdi nel Governo”, sottolinea il politico che da 17 anni siede al Nazionale. “Ma come l’UDC, anche loro devono dimostrare di essere capaci di rispettare la concordanza”. E il PPD? “Secondo i sondaggi abbiamo un potenziale di quasi il 20%. A medio termine, questo ci darebbe anche il diritto a due seggi nel Consiglio federale. E sono convinto che la Svizzera abbia bisogno di un centro forte”, conclude Pfister.

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