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Accordo Svizzera-Germania: audizione Bundestag, fronti immutati

(Keystone-ATS) Non cambiano le posizioni in merito all’accordo fiscale fra Svizzera e Germania: in un’audizione davanti alla Commissione delle finanze del Bundestag (parlamento tedesco) sia il segretario di stato elvetico Michael Ambühl, sia l’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) hanno ribadito che l’intesa non può più essere rinegoziata.

Il principale ostacolo alla ratifica è rappresentato dal Bundesrat: l’organo costituzionale in cui sono rappresentati i Länder e che partecipa alla legislazione è infatti controllato dall’opposizione rosso-verde, contraria alla convenzione del governo CDU-liberale.

Da parte elvetica si ribadisce che l’accordo è da prendere o lasciare: non vi è alcun spazio di manovra per migliorarlo, ha affermato Ambühl. A suo avviso Berna è andata parecchio incontro alla esigenze della controparte. L’aliquota prevista per i capitali finora depositati in nero nelle banche elvetiche – dal 21 al 41%, a seconda dell’entità del patrimonio – è elevata. “Soprattutto quando si pensa che in Germania un paio d’anni or sono vi è stata un’amnistia con un’aliquota del 15%”, ha fatto presente il segretario di stato incaricato delle questioni fiscali.

Dello stesso avviso si sono dette le banche: la Svizzera ha già fatto molto, non occorrono nuovi negoziati. Il presidente dell’ASB, Patrick Odier, ha affermato che il testo in discussione va oltre quello firmato con gli Usa, che non prevede regole né per il passato, né per le eredità (tassate con un aliquota del 50% secondo la convenzione).

Da parte sua UBS, per bocca del membro della direzione Markus Diethelm, ha fatto sapere che dal 2009 non accetta più da clienti tedeschi denaro non dichiarato al fisco. “Nessun evasore può aprire un conto da noi”, ha sostenuto il manager Diethelm, spiegando come il 2009 – anno in cui l’istituto dovette consegnare agli Usa oltre 4000 nomi di clienti e pagare una multa di 780 milioni di dollari – abbia rappresentato un punto di svolta importante. Da allora UBS chiede ai consulenti di applicare il principio dell’onestà fiscale. Già oggi quindi la banca opera nello spirito della convenzione, ha aggiunto Diethelm.

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