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Addio a Gisèle Halimi, paladina europea diritti donne

L'ex deputata francese di origini tunisine Gisèle Halimi - in una foto del 2002 - è morta oggi all'età di 93 anni (foto d'archivio) KEYSTONE/AP/LAURENT REBOURS sda-ats

(Keystone-ATS) Avvocatessa, scrittrice, femminista e paladina europea per i diritti delle donne: è morta il giorno dopo aver compiuto 93 anni l’ex deputata francese di origini tunisine, Gisèle Halimi, che ha dedicato la sua vita all’uguaglianza di genere e al diritto all’aborto.

“Si è spenta serenamente a Parigi”, ha annunciato alla France Presse uno dei suoi tre figli, Emmanuel Faux, ricordando che la madre ha avuto “una bella vita”. Nata in Tunisia nel 1927 da una madre ebrea, Fortunée Metoudi, e da un padre di origine berbera, Édouard Taieb Halimi, ha passato la vita a difendere i diritti delle donne, a cominciare dal diritto all’aborto, ma anche l’abolizione della pena di morte o la depenalizzazione dell’omosessualità. Storica, nel 1972, la sua difesa di una minatrice sotto processo per aver abortito dopo uno stupro. Il processo aprì la strada alla legge sull’aborto in Francia.

“La Francia perde una repubblicana appassionata che, come avvocato, militante ed esponente politica, fu una grande combattente dell’emancipazione femminile”, ha scritto in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron, sottolineando che per Halimi il “femminismo era una forma di umanesimo”.

La sua battaglia era anche europea. In vista delle elezioni Ue e in pieno dibattito #metoo, lo scorso anno, Halimi tornò a promuovere il progetto di ‘clausola dell’europea più favorita’. Una battaglia che attraverso l’associazione ‘Choisir la Cause des Femmes’, fondata a suo tempo insieme a Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, sostenne per 15 anni. Nata nel 1979, con la prima elezione del Parlamento europeo a suffragio universale presieduto da un’altra grande paladina dell’Europa e dei diritti delle donne, Simone Veil, la clausola dell’europea più favorita mira a difendere le donne più vulnerabili – da quelle senza lavoro, a quelle povere, disabili, vittime del razzismo o di violenze, migranti – e le persone LGBTI. L’idea è semplice: offrire il meglio dell’Europa estendendo a tutti i Paesi dell’Unione i diritti di quei Paesi in cui i diritti delle donne sono i più avanzati a seconda della categoria.

Sui media e sui social non si ferma la pioggia di omaggi. La ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, ricorda questa “avvocatessa infaticabile dei diritti delle donne, magnifica scrittrice e militante determinata”. “La sua ossessione era la giustizia per tutti e dovrei anche dire per tutte”, ha detto il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, intervenendo all’Assemblea Nazionale. Oggi “si è spenta un’immensa voce”, deplora la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, rendendo omaggio a questa “infaticabile combattente dei diritti delle donne”, che denunciò anche le torture durante la colonizzazione: “Non dimenticheremo mai Gisèle Halimi”, conclude.

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