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Adrian Amstutz (UDC/BE) non vuole fare il Consigliere federale

(Keystone-ATS) Di fronte a un Consiglio federale che minaccia di mettere in pericolo il futuro del Paese non potrei starmene zitto. È con questa dichiarazione che oggi il consigliere nazionale Adrian Amstutz (UDC/BE) ha escluso una propria candidatura in Governo.

La candidatura era stata rilanciata domenica scorsa dal presidente del suo partito Toni Brunner in un’intervista alla “SonntagsZeitung”.

Il capogruppo democentrista alle Camere federali, espressosi stamane a Berna durante una conferenza stampa sull’asilo, ha ribadito quanto già dichiarato in febbraio alla “Neue Zürcher Zeitung”, ossia di non poter indossare i panni del Consigliere federale facendo finta di nulla se l’esecutivo dovesse muoversi in una direzione a lui sgradita, per esempio “inginocchiandosi davanti all’Ue, oppure compromettendo la sicurezza del Paese non liberando mezzi finanziari sufficienti per l’esercito”.

Il mio compito, ha precisando il deputato bernese (che ha più volte ripetuto di non cambiare idea come si “cambiano i pantaloni”), è cercare i candidati ideali assieme all’apposita commissione interna da noi costituita da presentare al prossimo rinnovo del Consiglio federale in dicembre, dopo le elezioni federali del prossimo autunno.

L’UDC non fa mistero di aspirare a un secondo rappresentante in governo da affiancare a Ueli Maurer. A fare posto a un secondo ministro UDC nell’esecutivo dovrebbe essere la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf del Partito borghese democratico (PBD), transfuga dell’UDC, che nel 2007 ha scalzato l’allora responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia democentrista Christoph Blocher.

Quanto ai possibili candidati, Amstutz ha dichiarati che sono state individuate alcune personalità eccezionali in grado di ricoprire il ruolo di Consigliere federale.

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