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Aereo Sinai: compagnia, unica causa un fattore esterno

(Keystone-ATS) La sola causa della sciagura dell’A321 precipitato nel Sinai può essere “un fattore esterno” in aria: lo sostiene un dirigente della Kogalymavia, la compagnia a cui apparteneva l’aereo, citato dall’agenzia stampa Ria Novosti.

“Un A-321 – ha detto il manager – non può spaccarsi in aria per il malfunzionamento di un qualsiasi sistema tecnico”.

Il capo dell’agenzia federale russa per il trasporto aereo Rosaviatsia, Aleksandr Neradko, in un’intervista tv ha tuttavia definito “prematura e non basata su nessun fatto reale” l’affermazione della compagnia.

“Sì – ha affermato il numero uno di Rosaviatsia -, noi sappiamo che è molto vasta la diffusione degli elementi della struttura, il che significa che la distruzione è avvenuta in aria a grande altezza. Ma parlare delle cause è prematuro”.

Una fonte del gruppo che sta analizzando una delle scatole nere del velivolo ha dal canto suo reso noto che l’aereo non è stato colpito dall’esterno e che il pilota non ha lanciato nessuna richiesta di soccorso prima di scomparire dai radar.

Non si può escludere nessuna delle ipotesi avanzate finora, ha dal canto suo affermato il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se si potesse escludere un atto di terrorismo.”Di fatto – ha aggiunto – gli investigatori iniziano solo ora il loro lavoro”.

Il deciframento delle scatole nere dell’aereo spaccatosi in aria e precipitato nel Sinai sarà svolto in Egitto o in Francia, ha detto il capo dell’agenzia federale russa per il trasporto aereo Aleksandr Neradko, precisando che l’analisi inizierà “solo quando tutti i partecipanti alle indagini saranno arrivati al ministero dell’aviazione civile egiziano”.

Secondo Neradko, alle indagini partecipano anche Francia e Germania come paesi produttori e Irlanda come paese di registrazione dell’aereo.

Le squadre di ricerca hanno terminato di setacciare un’area di oltre 20 chilometri quadrati nella zona del Sinai in cui si trovano i frammenti dell’aereo russo spaccatosi in aria e i resti delle vittime. L’area di ricerca sarà ora ampliata fino a 30 chilometri quadrati.

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