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Afghanistan: bene il voto, ma crescono sospetti di brogli

(Keystone-ATS) Le urne con i voti degli afghani che si sono espressi ieri per scegliere il successore del presidente Hamid Karzai stanno viaggiando verso i capoluoghi provinciali e verso Kabul, dove avverrà lo spoglio ufficiale, con sentimenti misti fra la soddisfazione, ampiamente riconosciuta a livello internazionale, per l’impresa portata a termine, persistenti minacce dal terrorismo, e timori per il moltiplicarsi esponenziale delle denunce di brogli.

Soprattutto da parte di Stati Uniti, India e Cina, gli elogi per Kabul non sono mancati. Accompagnati da quelli di altre Nazioni amiche fra cui l’Italia, e delle strutture militari internazionali come Nato ed Isaf, che si appresta a concludere entro l’anno la sua missione afghana.

Tutti riconoscono, come hanno fatto il presidente Barack Obama ed il Segretario di Stato, John Kerry, che la consultazione elettorale ha avuto un ruolo nell’assicurare il futuro democratico del Paese nonché il sostegno della comunità internazionale.

Più cauta la Cina, che ha rivolto un appello alle parti ad un “dialogo che permetta di raggiungere un’intesa fra le parti ampia ed inclusiva”. Mentre l’India ha sottolineato che “con il voto gli afghani hanno sconfitto le minacce di violenza e le intimidazioni dei terroristi”.

Alcuni analisti afghani ritengono però che non si debbano tirare conclusioni troppo affrettate sulla portata di quello che, nessuno lo contesta, è stato un successo del governo dell’uscente Hamid Karzai.

Dopo aver minimizzato ad esempio l’impatto dell’azione dei talebani, che avevano annunciato alla vigilia un sabotaggio su vasta scala del voto, le autorità afghane hanno via via ammesso che scontri sul territorio sono avvenuti in moltissime province, come ancora oggi quando un rudimentale ordigno (ied) ha ucciso in Kunduz tre persone che con un camion trasportavano urne.

I seguaci del Mullah Omar hanno dichiarato di avere sferrato “almeno 1.088 attacchi”, con il ministero dell’Interno che ha risposto con un censimento di appena 140. Poi è intervenuta la Difesa portando il livello a 690 attacchi, “fra fuoco diretto, spari di razzi, scoppio di rudimentali ordigni (ied) e azioni di kamikaze”.

Conversando oggi con l’agenzia italiana ANSA Emanuele Nannini, responsabile dei programmi afghani di Emergency, ong italiana che in Afghanistan ha due ospedali e 40 cliniche, ha indicato che i feriti entrati ieri nei due ospedali a Kabul e Lashkargah, “sono stati circa il doppio della media giornaliera”, con “ferite dovute allo scoppio di mine e a colpi d’arma da fuoco”

Ad attenuare gli entusiasmi per i sette milioni di votanti annunciati dalla Commissione elettorale, c’è la crescita delle denunce di brogli che, al netto delle cifre finali che arriveranno domani ultimo giorno di presentazione, hanno raggiunto quota 1.296.

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