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Afghanistan: massacrati otto medici di una ong cristiana

(Keystone-ATS) KABUL – Un gruppo di operatori medici della Ong cristiana International Assistence Mission (Iam) – sei americani, tra una donna, una britannica, una tedesca e due afghani – sono stati uccisi fra mercoledì e ieri nella provincia nord-orientale di Badakhshan quando erano in viaggio verso Kabul al termine di una missione in Nuristan, al confine col Pakistan.
Dopo le prime notizie riferite dalla stampa, la conferma del massacro è venuta dai responsabili della stessa Iam, associazione cristiana registrata in Svizzera ed Afghanistan ed operante in territorio afghano dal 1966, con una breve interruzione quando i suoi membri furono espulsi temporaneamente dal paese dal governo dei talebani nel 2001.
E proprio i talebani hanno rivendicato l’operazione con una telefonata ad una agenzia di stampa. “Si erano persi – ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid – e quando una nostra pattuglia li ha trovati hanno cercato di scappare e sono stati uccisi”. “Avevano – ha proseguito – bibbie in dari, carte, sistemi Gprs, facevano una mappa delle posizioni dei combattenti talebani”.
Il generale Noor Kintoz, capo della polizia del Badakhshan, ha ricordato che gli abitanti avevano avvertito il gruppo che la zona poteva essere pericolosa. “hanno risposto che erano medici e che sarebbe andato tutto bene perché ‘siamo qui per aiutare le persone'”. Il governatore della vicina provincia del Nuristan, Jamaluddin Badr, ha detto che il gruppo, formato da oculisti, aveva visitato due distretti nella sua provincia e in quella di Badakshan aiutando la popolazione locale.
Determinante per risalire agli autori degli assassinii saranno le dichiarazioni dell’unico membro del gruppo che è riuscito a salvarsi. L’uomo, di cui è noto solo il nome, Saifullah, ha raccontato che il gruppo di undici persone in totale – otto medici di cui tre donne, e tre interpreti locali – aveva “passato diverse notti all’aperto”. “L’ultimo giorno – ha aggiunto – un gruppo di persone armate è arrivato, ha messo tutti in fila ed ha sparato. Poi ha rubato tutto”. È stato nel momento dell’esecuzione che l’afghano ha recitato alcuni versetti del Corano e i talebani, rendendosi conto che era musulmano, lo hanno graziato.

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