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Afghanistan: Mosca premiava attacchi a soldati USA

La Russia ricompensava i militanti legati ai Talebani che si rendevano protagonisti di attacchi mortali alle forze alleate in Afghanistan. KEYSTONE/AP/Steve Ruark sda-ats

(Keystone-ATS) La Russia ricompensava i militanti legati ai Talebani che si rendevano protagonisti di attacchi mortali alle forze alleate in Afghanistan. L’informativa degli 007 USA è arrivata per la prima volta sulla scrivania di Donald Trump almeno alla fine del marzo scorso.

Una vera e propria “taglia” soprattutto per l’assassinio di soldati americani. A rivelarlo è il New York Times, spiegando che l’operazione architettata dal Cremlino è stata condotta da un’unita’ segretissima dell’intelligence militare di Mosca, nell’ambito di un piano molto più vasto teso su più fronti a destabilizzare l’America e il mondo occidentale.

Per mesi – riporta sempre il Times – il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca avrebbe discusso su come rispondere a questa grave situazione, valutando tutta una serie di azioni diplomatiche forti e di sanzioni, ma alla fine ancora nulla sarebbe stato autorizzato e nulla sarebbe stato deciso. Questo nonostante almeno 20 soldati americani siano stati uccisi in Afghanistan nel 2019.

Se fosse dimostrato che gli attacchi alle forze Usa e della Nato siano stati incentivati da Mosca questo rappresenterebbe una pericolosa ed enorme escalation delle tensioni tra la Russia da una parte e degli Stati Uniti e i loro alleati dall’altra, con le due parti già “in guerra” soprattutto sul fronte del cyberspazio e della disinformazione.

Intanto – riporta sempre il NYT – il Cremlino respinge le accuse, affermando per bocca di Dimitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin, che Mosca non è stata messa in alcun modo a conoscenza di queste accuse, né da Washington né da altre capitali dei Paesi Nato. Bocche cucite per ora al Pentagono e dei vertici dei talebani.

La vicenda è comunque destinata a gettare ulteriori ombre sui rapporti di Donald Trump con la Russia, con il presidente americano che, nonostante le tensioni, ha continuato ad avere un atteggiamento accomodante nei confronti del Cremlino, a dispetto dai consigli del segretario di Stato Mike Pompeo e dei falchi della sua amministrazione.

Il raggiungimento della pace in Afghanistan e il ritorno delle truppe Usa a casa è una delle promesse simbolo della campagna per la rielezione del tycoon alle presidenziali di novembre.

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