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Afghanistan: Rasmussen, resteremo finché necessario

(Keystone-ATS) BRUXELLES – Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen non è a conoscenza di negoziati in corso con gli insorti, “né riusciti né falliti”, anche se è convinto che una “soluzione politica” in Afghanistan è nell’interesse di tutti, “talebani inclusi”: la Nato è pronta perciò a fare la sua parte per assistere questo processo che dovrà avere una guida afghana.
A pochi giorni dalla conferenza di Londra che ha sancito l’appoggio della comunità internazionale al piano del presidente Hamid Karzai per la riconciliazione nazionale, Rasmussen conferma l’appoggio della Nato e precisa che l’Alleanza non ha alcun piano B, nel caso che i colloqui di pace con i talebani si rivelassero un fallimento: “resteremo finché sarà necessario”, ha assicurato Rasmussen.
A Londra sono trapelate indiscrezioni secondo le quali il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan Kai Eide ha incontrato l’8 gennaio in segreto alcuni comandanti talebani – su loro richiesta – per discutere di un’eventuale cessazione dei combattimenti. “A mia conoscenza non c’e stato ancora alcun negoziato, né riuscito né fallito, con i talebani”, ha precisato Rasmussen.
Nelle stesse ore, da Kabul, il consigliere per la sicurezza del presidente Hamid Karzai, Mohammed Massom Stanekzai, ha riferito che contatti fra i delegati del governo di Kabul ed i talebani oppositori “ci sono stati a diversi livelli”.
“Ci sono alcuni contatti – ha detto Stanekzai – ed essi continueranno a livello locale, regionale e nazionale, ed anche su un piano più ampio”, ma “é troppo presto oggi per valutarne il risultato. Questo processo che viene dal passato – ha detto il consigliere di Karzai – ha bisogno ora di essere accelerato”. Al suo rientro da Londra, Karzai aveva evocato ieri la necessità del dialogo, mostrandosi cauto per quanto riguarda alcuni interlocutori di primo piano come il capo di Hizb-i-Islami Afghanistan (Hia), Gulbuddin Hekmatyar, e lo stesso mullah Omar. Aprire un dialogo con loro, aveva detto, “é una decisione che non spetta solo al governo afghano”.
Secondo Rasmussen, “é molto difficile fare valutazioni sulla volontà dei talebani. Io rilevo solo la necessità che questo processo sia condotto sotto guida afghana: noi possiamo dare assistenza, ma spetta agli afghani decidere come portare avanti la reintegrazione nazionale”.

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