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Afghanistan: soldato USA rapito scambiato contro 5 di Guantanamo

(Keystone-ATS) L’unico americano prigioniero in Afghanistan è stato liberato dopo quasi cinque anni, in cambio del rilascio di cinque detenuti talebani di Guantanamo. Il sergente Bowe Bergdahl è stato consegnato oggi alle forze speciali americane da un gruppo di 18 talebani. In contemporanea, cinque prigionieri di Guantanamo sono stati trasferiti sotto la custodia del Qatar, che ha giocato un ruolo determinante nella mediazione fra Washington e i talebani. Le autorità americane si augurano che l’accordo si traduca in un dialogo più ampio con i ribelli mentre le forze americane si ritirano dal Paese.

Plaude il presidente Barack Obama, dicendosi onorato di aver potuto chiamare personalmente i genitori di Bergdahl dando loro la buona notizia, che arriva a pochi giorni dal rientro di Obama dal viaggio a sorpresa proprio in Afganistan.

Nel congratularsi per la liberazione e ringraziare il Qatar per il ruolo svolto, Obama non dimentica però gli altri prigionieri americani per i quali si sta ancora cercando il rilascio. “La liberazione del Sergente Bergdahl ci ricorda l’impegno fermo dell’America a non lasciare nessun uomo o donna in uniforme sul campo di battaglia” mette in evidenza l’inquilino della Casa Bianca.

I cinque detenuti di Guantanamo saranno trasferiti in Qatar, dove saranno soggetti ad alcune restrizioni per questioni di sicurezza, incluso il divieto di viaggiare per un anno.

Il Sergente Bergdahl è stato catturato dai talebani nel 2009 nella provincia di Paktika, probabilmente dal gruppo di militanti Haqqani. Lo scorso gennaio l’esercito americano è entrato in possesso di un video che testimoniava che Bergdahl era ancora in vita, anche se non in condizioni fisiche ottimali.

Le forze speciali americane hanno prelevato il sergente dalle mani dei talebani e lo hanno poi caricato su un elicottero per trasferirlo: a bordo – secondo indiscrezioni – Bergdahl avrebbe chiesto, scrivendo su un foglio di carta a causa del forte rumore, ‘S.F.?’, ovvero Special Forces. Uno dei soldati gli avrebbe risposto: “Sì, ti stavamo cercando da molto tempo”. E Bergdahl sarebbe quindi scoppiato in lacrime.

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