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Agatha Christie e suoi fan, pubblicate le lettere

(Keystone-ATS) I suoi romanzi hanno venduto oltre due miliardi di copie in tutto il mondo ma Agatha Christie non ha mai dato per scontati i suoi fan conservando gelosamente le loro lettere e le copie delle sue risposte. Alcune di quelle missive saranno pubblicate domani dal nipote dalla grande scrittrice insieme alla campagna #125Stories che invita gli appassionati a raccontare la loro esperienza dei gialli della Christie e a condividerla sul sito 125stories.com.

Tra i fan della creatrice di Poirot e Miss Marple c’era lo scrittore Pg Wodehouse che in una lettera del 1969 le esprime tutto il suo “orgoglio” per aver scoperto che gli aveva dedicato ‘Poirot e la strage degli innocenti’ (‘Halloween Party’). “Un nuovo Agatha Christie è sempre un evento”, scrive l’autore.

Ma la scrittrice era famosa in tutto il mondo. Una donna incarcerata in Romania per ragioni politiche e che non aveva accesso a nessun libro da dodici anni, ad esempio, la “ringraziava per aver permesso a lei e alle sue compagne di cella di evadere con la fantasia con l’intelligente cooperazione di Miss Marple e Poirot” perché ancora ricordava i romanzi letti prima di finire in prigione.

Uno studente greco di matematica, invece, confessava di amare i lavori della Christie “perché erano pieni di matematica”. E lei ammetteva compiaciuta che “dietro ai gialli c’è un grande lavoro e non si possono improvvisare mano a mano che si scrive”.

Ma la lettera a cui la scrittrice teneva di più era quella di una donna polacca sopravvissuta a un campo di concentramento nazista che scambiò un rimasuglio di candela con una sua compagna per avere in cambio la versione polacca de ‘L’uomo vestito di marrone’. “L’ho letto e riletto così tante volte che l’ho quasi imparato a memoria”, scriveva nel 1959 la donna sopravvissuta al lager nazista, “per sette mesi è stato il mio unico legame con il mondo normale. So che i suoi romanzi hanno divertito milioni di persone in tutto il mondo ma nessuno dei suoi libri può aver dato a qualcuno quello che quella traduzione in polacco, lacera e sbrindellata, ha dato a me….”.

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