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Aiuto Aids: sieropositivi continuano ad essere discriminati

Campioni in fase di analisi per l'identificazione del virus HIV. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Mobbing sul lavoro, prestazioni negate in ambito sanitario ed emarginazione nel privato: le persone sieropositive continuano ad essere oggetto di discriminazione in Svizzera. Nel 2018, Aiuto Aids ha ricevuto 122 segnalazioni di disparità di trattamento.

La cifra è sui livelli dell’anno precedente, quando sino alla fine di novembre erano stati registrati 118 casi. Ancora una volta molti casi di discriminazione hanno riguardato le assicurazioni sociali (23) o private (22), indica Aiuto Aids Svizzero (AAS) in un dossier pubblicato in vista della Giornata mondiale di lotta contro questo virus che cade il primo dicembre.

L’associazione ha registrato 20 casi di persone sieropositive discriminate in ambito sanitario, come nel caso di una cassa malattia che si è rifiutata di coprire le cure per una malattia legata al contagio con l’HIV. Segnalate anche 27 violazioni della sfera privata: in questa seconda categoria rientra ad esempio la vicenda di una donna sieropositiva costretta a fare outing per le voci messe in giro da una vicina. In molti casi il servizio giuridico di AAS è potuto intervenire con successo. Le possibilità di intervento – scrive l’organizzazione in una nota – è tuttavia limitata dal fatto che in Svizzera non esiste una legge contro le discriminazioni.

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