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Aiuto sociale: a rischio persone sole e famiglie monoparentali

(Keystone-ATS) Famiglie monoparentali, persone sole e lavoratori poco istruiti: sono questi i gruppi più vulnerabili sul fronte sociale in Svizzera. Lo sottolinea il rapporto sulla situazione sociale della Svizzera pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Nel 2013 il 50% dei beneficiari dell’aiuto sociale non aveva una formazione postobbligatoria: la percentuale dei poco istruiti è invece del 23% della popolazione complessiva. Più elevato era anche il tasso di disoccupazione (8,3% contro 4,4%).

Un altro gruppo a rischio è quello delle persone che vivono da sole: costituisce infatti il 65% delle economie domestiche che ricorrono all’aiuto sociale. Non vanno poi dimenticati i problemi delle famiglie monoparentali: nell’anno in questione il 19% di esse beneficiava di assistenza.

Dal 1992 al 2013, né la crescita economica né al contrario una flessione della congiuntura con conseguente disoccupazione hanno avuto ripercussioni sensibili sulla quota di aiuto sociale, che nel 2013 ammontava al 3,2%. La quota diminuisce – e solo in modo minimo – unicamente in presenza di una crescita economica forte e prolungata. Questa favorisce in effetti unicamente le persone con una solida formazione o quelle che possono organizzare la propria vita quotidiana con una certa flessibilità. Gli altri gruppi sociali continuano a dipendere dall’aiuto sociale anche quando la congiuntura migliora.

Nel 2012 il sistema di sicurezza sociale complessivo ha stanziato 147,4 miliardi di franchi per coprire i rischi sociali. La maggior parte della cifra è stata versata per la vecchiaia (63,1 miliardi di franchi), la malattia e le cure sanitarie (42,6 miliardi di franchi), nonché l’invalidità (14,7 miliardi di franchi).

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