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Ali per un anno preparò massacro. pistola su dark web

Il luogo dove è avvenuta la sparatoria a Monaco KEYSTONE/AP/JENS MEYER sda-ats

(Keystone-ATS) Preparava minuziosamente la sua strage “da un anno”; aveva un piano dettagliatissimo che ha lasciato nella casa dei genitori come un testamento.

Ma venerdì sera Ali Sonboly non ha selezionato a priori le sue vittime al momento della sparatoria, nel centro commerciale Olympia di Monaco: è forse per questo che nessuno dei morti era compagno di scuola del diciottenne che, secondo gli inquirenti, era un sociopatico con seri problemi psichici per i quali era in cura in ospedale ed a casa, dove sono stati trovati psicofarmaci.

Mentre continuano ad emergere particolari sulla strage di Monaco e sulla personalità del giovane killer, la Germania è stata scossa oggi da un nuovo atto di violenza, di cui è stato protagonista un migrante siriano. Il ventunenne, già noto alla polizia come un soggetto violento ed in attesa di asilo politico, ha ucciso a colpi di machete una donna che lavorava in un negozio di kebab a Reutlingen, vicino a Stoccarda, ed ha ferito altre due persone, un uomo e una donna.

Non si conoscono ancora le motivazioni, ma pare che tutto sia scattato da un litigio tra il migrante e la vittima e la polizia ha comunque escluso qualsiasi legame con il terrorismo. E ad una Germania che si scopre sempre più vulnerabile ha rivolto il suo pensiero anche il Papa che parla di “terribile violenza” di cui sono caduti vittima “soprattutto giovani”.

A due giorni dall’azione omicida che ha gettato Monaco e l’intera Germania nel terrore, la vita del diciottenne viene rivoltata come un calzino dagli inquirenti che annunciano una commissione di inchiesta su quella strage costata la vita a nove persone oltre a quella dell’aggressore che si è ucciso.

Si vuol fare chiarezza assoluta sul fatto che il ragazzo non appartenga ad organizzazioni terroristiche, e che egli sia stato mosso solo dalla sua follia probabilmente scatenata dal bullismo da lui subito dai compagni di classe quattro anni fa. Un messaggio che le autorità lanciano per riportare serenità in Germania e soprattutto a Monaco, dove le strade e le piazze del centro per tutto il fine settimana sono rimaste vuote e silenziose.

E per evitare casi di emulazione: come quello di tre giovinastri vestiti di nero che hanno “giocato” a “fare un massacro” in un negozio di Augsburg con pistole giocattolo.

Ali Sonboly, dunque, pensava alla sua strage dall’inizio della scorsa estate. Vedeva un esempio in Anders Breivik, l’autore dell’eccidio di Utoya, di cui proprio venerdì ricorreva il quinto anniversario. Nel pc del ragazzo sono state trovate immagini di Breivik, ma anche di una sua recente visita a Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola. In un anno ha preparato la propria azione, si è procurato sul “dark web” una pistola e proiettili in quantità: nel luogo della strage la polizia ne ha trovati 58 esplosi mentre altri 300 sono stati rinvenuti, non utilizzati, all’interno dello zainetto del killer.

Ha creato un falso profilo facebook con cui ha attirato gente nel ‘fast food’ solitamente affollato da giovani migranti e rifugiati, invitando probabilmente anche quelli che nel 2012 lo avevano deriso e fatto oggetto di atti di bullismo nella scuola dove non è riuscito a diplomarsi. Poi è arrivato al McDonald’s e ha seminato morte e dolore. Solo due sono state le vittime tedesche; due altre erano turchi con passaporto tedesco, un ungherese, un turco, un greco, un kosovaro ed uno era un apolide. Trentacinque sono i feriti di cui una decina gravi. E nel Paese infiamma il dibattito sulle armi.

Il ministro dell’Interno De Maiziere promette “più rigore” sull’acquisto e una accurata indagine su come il killer di Monaco, “una persona psicologicamente labile” si sia procurata una pistola.

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