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AlpTransit: Italia non sarà pronta, dice Legambiente

(Keystone-ATS) L’Italia è del tutto impreparata ad accogliere l’aumento di traffico ferroviario che sarà generato dall’apertura del tunnel di base del San Gottardo nel 2016. Lo afferma il presidente dell’associazione ambientalista italiana Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, sostenendo che la valanga di merci che arriverà dalla Svizzera su rotaia proseguirà il viaggio in Italia su strada, aggravando così il quadro di inquinamento della Pianura Padana.

“Per troppi anni – afferma Cogliati Dezza in una nota riportata dall’agenzia di stampa italiana Adnkronos – ci siamo concentrati su una linea tutto sommato secondaria per l’interscambio merci italiano, qual è la Torino-Lione, e non ci siamo invece occupati di un’opera molto più strategica, che è la realizzazione dei raccordi ferroviari e dei servizi logistici di interscambio nell’area tra Novara e Milano, dove sbarcherà la più grande infrastruttura per l’interscambio commerciale tra Italia e resto d’Europa” (il progetto AlpTransit, ndr).

Nella nota, pubblicata in occasione della visita a Roma della consigliera federale Doris Leuthard, il presidente di Legambiente sostiene che la titolare del Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) “fa bene a sollecitare il suo collega italiano Maurizio Lupi e gli altri rappresentanti del Governo italiano, anche se il ritardo del nostro Paese appare sempre più incolmabile, nonostante gli investimenti in franchi svizzeri che verranno elargiti da Berna per l’adeguamento delle gallerie sulle tratte italiane Luino-Novara e Chiasso-Milano”.

In merito alla costruzione della nuova ferrovia tra Mendrisio e Varese, il presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine afferma che il cantiere sul versante italiano è bloccato da mesi “per una ordinaria vicenda di cattiva progettazione e di aste vinte a ribasso”. L’Italia ha “molte manchevolezze di cui rendere conto ai vicini elvetici”, sostiene Di Simine aggiungendo che è giunta l’ora per il Bel Paese di “investire sul trasporto ferroviario, rinunciando a molti ridondanti progetti di opere stradali”.

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