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Alptransit: prestito a Italia vitale per Ticino e Svizzera

(Keystone-ATS) Alptransit è vitale per il Ticino e la Svizzera ed è quindi importante cercare alleati per fare in modo che la nuova trasversale ferroviaria non rimanga un’opera monca: lo sostiene il consigliere nazionale Fabio Regazzi (PPD/TI).

Sostenendo un aumento del credito quadro di 50 milioni di franchi per gli interventi di ampliamento alle galleria sulla linea del Lötschberg, a sud del Sempione, in territorio italiano, aumenteranno le possibilità che anche il credito di 230 milioni per le opere a sud di Chiasso venga approvato dal Nazionale il prossimo dicembre, ha spiegato all’ats Regazzi. A suo avviso alla Camera del popolo vi è infatti un certo scetticismo, specie tra gli svizzero tedeschi, per questo finanziamento a Roma.

Ieri la camera dei cantoni ha approvato la stanziamento di 990 milioni, somma che servirà ad adattare l’asse ferroviario del San Gottardo al trasporto di semirimorchi con un’altezza agli angoli di 4 metri al fine di agevolare il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.

Contrariamente al parere del Consiglio federale, e col voto decisivo di Filippo Lombardi (PPD/TI), gli Stati hanno pure innalzato da 230 a 280 milioni il credito destinato alle opere su territorio italiano sul lato del Sempione.

Stando a Regazzi – espressosi stamane durante l’incontro tra la deputazione ticinese a Berna e i media – a prescindere dal lavoro di lobbying di cantoni come Berna e Vallese dal peso politico non trascurabile, “i lavori per il potenziamento della linea a sud del Sempione hanno una loro logica giacché questa linea potrebbe assorbire una parte del traffico merci attraverso le Alpi in caso di problemi al San Gottardo; ciò si è già verificato in passato, ha precisato”.

Sulla questione si è espresso anche il presidente della deputazione ticinese a Berna, Lorenzo Quadri (Lega), il quale ha detto di temere l’eventuale realizzazione di un terminal per il trasbordo delle merci sulla piana del Vedeggio, qualora l’opzione italiana dovesse fallire. “Una simile struttura non farebbe che aggravare i problemi di viabilità del Sottoceneri”.

Sia Quadri che Regazzi hanno fatto notare che i soldi chiesti per le opere da realizzare in Italia rappresentano solo l’1% dei costi globali di Alptransit e che tale somma è però necessaria per completare l’opera affinché possa realizzarsi l’agognato trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia.

“Padroncini” e frontiere

La deputazione ticinese alle Camere non si è tuttavia occupata solo di trasporti. Tra i “colpi” politici riusciti, Quadri ha citato la mozione (non ancora passata agli Stati) del PLR Ignazio Cassis con cui si chiede che anche i “padroncini” paghino l’Iva – mettendo così fine alla concorrenza sleale nei confronti delle imprese ticinese – e la mozione di Marco Romano (PPD), accolta dai due rami del parlamento, con cui si domanda al Governo di aumentare il numero di Guardie di confine. Questo problema è molto sentito nel Mendrisiotto, hanno sostenuto Romano e Roberta Pantani (Lega).

A tale riguardo, Romano ha detto che bisogna rimpolpare al più presto gli effettivi del corpo, soprattutto in Ticino, specie in vista dei numerosi pensionamenti che si prospettano tra qualche anno. “L’uso di droni per la sorveglianza dei confini non può essere un’alternativa”, ha spiegato.

Swisscom, tutto come prima

I deputati ticinesi hanno avuto anche un incontro con la dirigenza di Swisscom. Per Quadri era importante tastare il terreno sulle intenzioni dell’azienda dopo la scomparsa del CEO Carsten Schloter. “Swisscom ci ha assicurato che intende continuare ad investire a Sud delle Alpi nelle infrastrutture e creando opportunità di lavoro”, ha sostenuto il rappresentante della Lega.

La deputazione ha anche avuto l’occasione di incontrare la delegata al plurilinguismo Nicoletta Mariolini con cui si è discusso delle forme possibili di collaborazione per fare in modo di innalzare la quota di rappresentanti latini nell’amministrazione federale.

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