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Amnesty: aumento razzismo nel dibattito pubblico in Svizzera

(Keystone-ATS) BERNA – Amnesty International (AI) è preoccupata per l’aumento del razzismo e della xenofobia nel dibattito pubblico in Svizzera, in particolare per quanto avvenuto nella campagna per la votazione sull’iniziativa contro i minareti.
Durante la campagna per la votazione dello scorso 29 novembre, “la minoranza musulmana è stata fortemente stigmatizzata dalla propaganda politica dei fautori del divieto”, rileva l’organizzazione impegnata a favore dei diritti umani nel suo rapporto annuale pubblicato giovedì.
L’ONG ricorda che la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa aveva espresso preoccupazione per il fatto che “un’iniziativa che viola i diritti umani possa essere oggetto di votazione”. Amnesty rammenta che l’ECRI si era pure detta inquieta “per i toni sempre più razzisti e xenofobi del dibattito politico, in particolare da parte dell’Unione democratica di centro”.
L’ECRI ritiene inoltre che la norma penale contro il razzismo abbia un’efficacia limitata, e chiede quindi un rafforzamento delle leggi civili e penali contro il razzismo, in particolare con l’introduzione di una disposizione che consenta l’inasprimento delle pene per reati a sfondo razziale.
Il rapporto di AI sottolinea anche che sono stati segnalati maltrattamenti da parte di agenti di polizia, in particolare contro richiedenti l’asilo e migranti. In ottobre il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto la creazione di meccanismi indipendenti che esaminino le denunce contro la polizia.
L’ECRI ha accolto con favore le misure volte a migliorare l’integrazione dei cittadini stranieri. Tuttavia, il rapporto ha pure rilevato una diffusa discriminazione in materia di accesso ai servizi: i bambini migranti sono stati particolarmente ostacolati nell’accesso all’istruzione, mentre alle comunità nomadi non sono stati forniti sufficienti luoghi di sosta attrezzati.

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