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Angela Merkel: conti ok o fuori da euro

(Keystone-ATS) ATENE – Il governo greco sta moltiplicando i segnali a favore di un ricorso al Fondo monetario internazionale (Fmi), e la Germania ed altri paesi europei, secondo fonti convergenti, sarebbero ora a favore di tale ipotesi fronte alle difficoltà per concordare un immediato aiuto diretto targato Ue. Anche perché oggi, parlando al Bundestag, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito che, anche se “come ultima risorsa”, un paese non merita di rimanere nel club della moneta unica “quando non rispetta le condizioni, ancora e poi ancora”.
Il premier Giorgio Papandreou ha oggi ribadito a Bruxelles l’ipotesi di un ricorso all’Fmi se non ci sarà “una soluzione europea”, che Atene continua a preferire. Perché, ha spiegato dopo un incontro col presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso, la Grecia non può continuare ad indebitarsi a condizioni proibitive. Cioè a tassi superiori al 6%.
La ministra dell’economia Louka Katseli ha affermato da parte sua che il ricorso all’Fmi “è quasi l’unica soluzione nelle circostanze attuali”. Ed ha quantificato le probabilità in tal senso “al 70%”, ipotizzando l’attuazione parallela di un meccanismo attraverso la Banca centrale europea.
Il ministro delle finanze finlandese Jrki Katainen ha detto, citato dalla stampa del suo paese, che “sarebbe un fatto positivo se l’Fmi fosse parte del pacchetto di assistenza”. Ed ha aggiunto che Helsinki “è a favore di un aiuto sia tecnico che economico” da parte del Fondo. Secondo la stampa greca, con la Finlandia sarebbero ormai d’accordo anche Germania, Italia e Olanda. Si tratterebbe di una linea di credito dell’Fmi per far fronte al problema liquidità, sul quale si innesterebbe un meccanismo di garanzia europeo per contribuire a calmare i mercati. Ed oggi Merkel è parsa implicitamente confermare l’ipotesi dicendo che un sostegno diretto “in tempi brevi” alla Grecia non è la risposta.
Il premier Giorgio Papandreou ieri aveva detto, da Budapest, che al prossimo vertice europeo del 25 marzo, cui è stata rinviata la palla degli aiuti, “l’Ue prenderà decisioni importanti, e la Grecia anche”. Ed oggi ha incontrato Barroso dal quale ha ricevuto di nuovo parole di sostegno in nome degli “enormi sforzi” di Atene. Pur coincidendo a Bruxelles con Dominique Strauss-Kahn, Papandreou non ha invece incontrato il direttore del Fmi. Forse per non forzare troppo la mano. Ma Strauss-Kahn ha affermato significativamente davanti al parlamento europeo, dove domani interviene il premier greco, che l’ipotesi farraginosa di un Fondo monetario europeo non è la soluzione per aiutare Atene.
La Borsa di Atene, dopo un rialzo a metà giornata, ha chiuso con un netto ribasso (-1,09%) appesantita dall’incertezza sulle misure di intervento e dalla difficile situazione interna. Sono infatti continuati gli scioperi nell’impresa elettrica di stato Ppc, la cui sede è stata occupata, i medici hanno incrociato parzialmente le braccia e domani vi saranno le astensioni dal lavoro di benzinai e tassisti.

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