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Arco giurassiano: meno dinamico di altre zone, dipende da orologi

(Keystone-ATS) L’arco giurassiano sta approfittando meno di altre regioni svizzere della buona congiuntura del paese. Stando a uno studio di Credit Suisse, questo si spiega con la concentrazione sull’industria orologiera e la relativa dipendenza dagli sviluppi internazionali. In futuro potrebbe avere un impatto importante l’applicazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa, considerato che – come avvenuto in Ticino – il numero dei frontalieri è esploso con l’introduzione della libera circolazione delle persone.

La zona in questione è lontana dai grandi centri elvetici ed è stata quindi poco toccata dalla fase di “super-ciclo” ravvisata altrove, con una forte crescita dell’occupazione e della popolazione, scrivono i ricercatori della banca nel rapporto pubblicato oggi. La progressione degli abitanti negli ultimi dieci anni è stata inferiore alla media elvetica – la Val-de-Travers (NE) ha visto addirittura diminuire la popolazione – e il prezzo degli immobili abitativi non è quasi aumentato.

Ciò si spiega con fattori geografici ed economici. Per il primo punto vanno sottolineate la difficile topografia, la distribuzione uniforme della popolazione e la mancanza di grossi centri, tutti punti che diminuiscono l’attrattiva per le aziende. Dal profilo economico spicca per contro la dipendenza da un un unico settore, quello della produzione degli orologi, in cui è attivo oltre il 40% dei lavoratori. In tutte le sottoregioni – ad eccezione del Giura bernese – il ramo in questione rappresenta la principale attività economica.

Questa concentrazione su aziende orientate all’esportazione rende l’Arco giurassiano sensibile agli sbalzi della congiuntura internazionale. Se la domanda estera cala la regione non può reagire compensando l’evoluzione attraverso il suo mercato interno. Una semplice flessione della fiducia dei consumatori in Asia può perciò avere un impatto importante.

Tutto da vedere sarà inoltre l’impatto del voto del 9 febbraio. Dal 2000 il numero dei frontalieri è praticamente raddoppiato, raggiungendo quota 18’000. Se il loro numero sarà effettivamente contingentato nell’ambito dell’attuazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa le ripercussioni sull’Arco giurassiano saranno senza dubbio considerevoli, afferma lo studio.

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