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Argentina: Banca Centrale, prima grana economia per Macri

(Keystone-ATS) I problemi economici lasciati dal “kirchnerismo” al presidente eletto in Argentina Mauricio Macri sono tanti.

Primo fra tutti quello della Banca Centrale, con le riserve a terra e guidata da un presidente del quale il leader dell’opposizione e nuovo capo dello Stato chiede le dimissioni.

Nella sua prima conferenza stampa dopo la vittoria al ballottaggio di ieri, Macri ha chiesto appunto la rinuncia di Alejandro Vanoli, come aveva d’altra parte già detto nei giorni scorsi.

Sia Vanoli sia la procuratrice generale della nazione Alejandra Gils Carbo “dovrebbero avere la dignità e generosità di agevolare il nuovo governo. Si sono entrambi dichiarati militanti di un partito”, ha sottolineato Macri, riferendosi al peronismo uscito sconfitto dalle elezioni. Vanoli, il cui incarico cade nel 2019, ha da parte sua assicurato che non intende “essere un ostacolo” per il nuovo governo.

Tra gli “errori” di questi anni del “kirchnerismo” c’è quello di “non avere una Banca Centrale indipendente, fatto che verrà corretto”, ha puntualizzato Macri, ricordando inoltre che il suo governo intende “aprire spazi a chi ha intenzione di investire in Argentina”.

A preoccupare della Banca Centrale sono anche le riserve, oggi ad un livello del 50% inferiore al record raggiunto appena tre anni fa. Nella conferenza stampa il presidente ha d’altra parte chiesto “prudenza” su un altro tema economico chiave, quello della sospensione delle restrizioni cambiarie imposte ormai da anni dal “kirchnerismo”. Tale misura sarà in effetti rimossa, ha aggiunto Macri, precisando però che prima intende conoscere i dati “reali” della complessiva situazione economica lasciata “in eredità” dalla Casa Rosada.

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