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Argentina: giudice ordina fermo leader Madri Plaza de Mayo

Hebe de Bonafini, la leader delle Madri di Plaza de Mayo. KEYSTONE/AP/JORGE SAENZ sda-ats

(Keystone-ATS) La leader delle Madri di Plaza de Mayo, Hebe de Bonafini, rischia di finire in cella.

Nei suo confronti è infatti scattato un ordine di cattura dopo che la donna, 87enne e storica militante dei diritti umani, si è rifiutata, per la seconda volta, di andare in Tribunale dove è chiamata a rispondere in una causa di malversazione di fondi pubblici da parte della sua fondazione.

La Bonafini doveva comparire nel pomeriggio davanti al giudice dopo aver disatteso un primo ordine del tribunale che l’aveva già convocata tempo fa. La donna si è rifiutata oggi di seguire la polizia che era andata a prelevarla per portarla dal giudice, sostenendo – tramite il suo legale – di non credere nell’imparzialità della giustizia argentina.

Centinaia di persone, tra cui diversi ex ministri ed ex dirigenti del governo di Cristina Fernandez de Kirchner, si sono riuniti davanti alla sede delle Madri di Plaza de Mayo, nel centro di Buenos Aires, per esprimere il loro appoggio alla Bonafini.

Gli agenti che erano venuti a cercarla si sono visti bloccati da decine di militanti kirchneristi che gli hanno impedito l’accesso alla sede, e che sono diventati varie centinaia quando l’anziana militante dei diritti umani è andata sulla Plaza de Mayo, per la sua abituale visita dei giovedì.

Il magistrato che ha ordinato la cattura di Bonafini – indagata nel quadro di un’inchiesta su una malversazione di fondi pubblici per oltre 4 milioni di euro – ha quindi dato ordine alla polizia di procedere al fermo “nel momento più opportuno”, ha informato l’agenzia ufficiale Telam.

Sulla strada di ritorno alla sede delle Madri -mentre si diffondeva la notizia del mandato di fermo contro Bonafini- la folla che l’accompagnava è diventata più folta, e si è concentrata sulla strada in un clima di vero e proprio comizio politico.

Alla folla hanno parlato vari dirigenti dell’ex governo di Cristina Kirchner, che non hanno fatto cenno all’inchiesta nella quale Bonafini è indagata, denunciando invece quello che hanno definito “una persecuzione politica del governo di Macri”.

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