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Arte: arrivano sul mercato 20 mila opere di Andy Warhol

(Keystone-ATS) Sul mercato dell’arte arriva un ciclone. La “Fondazione Andy Warhol” ha deciso di vendere la sua intera collezione: oltre 20’000 lavori dell’icona della Pop Art, tra dipinti, serigrafie, disegni, stampe e fotografie, alcuni dei quali non sono mai stati esposti in pubblico.

A 25 anni dalla morte dell’artista, la Fondazione che porta il suo nome ha deciso di concentrarsi quasi esclusivamente sulla sua attività di sovvenzioni e prestiti per progetti legati al mondo dell’arte, nella speranza di contribuire a far fronte al costante declino del sostegno ad artisti da parte delle istituzioni e di investitori privati.

In base alle stime, dalla vendita dovrebbero arrivare oltre 100 milioni di dollari, che andranno ad aggiungersi alla dotazione 225 milioni di dollari di cui attualmente dispone la Fondazione Warhol.

Sin dalla sua nascita, 25 anni fa, la Fondazione ha garantito quasi 250 milioni di dollari di contributi a centinaia di musei e altre istituzioni senza scopo di lucro del mondo dell’arte. Per continuare su questa strada, ha detto il suo presidente Michael Strauss, ora “convertiamo l’arte in denaro”.

Della vendita, grazie ad un insolito contratto esclusivo, si occuperà la casa d’aste Christie’s, che organizzerà il primo evento a New York il 12 novembre, per poi proseguire con vendite online dal prossimo febbraio.

Tra i lavori più pregiati ci sono “Three Targets”, una grande tela orizzontale di pittura e serigrafia in bianco e nero in cui sono raffigurati tre bersagli con i fori di colpi di arma da fuoco, e un collage degli anni 60 su Jacqueline Kennedy.

I prezzi, rivela il “New York Times”, si aggirano sul milione di dollari per alcune opere, sui 100’000 per molte altre e sui 10’000 per poche altre ancora.

Non tutti sono però entusiasti dalla prospettiva. “Non credo che la vendita possa influenzare i prezzi (delle opere di Andy Warhol), perché nessuno dei lavori è di grande significato”, ha affermato Alberto Mugrabi, un mercante d’arte di New York la cui famiglia possiede almeno 800 Warhol. Tuttavia, ha aggiunto, citato dal “Wall Street Journal”, “è ridicolo che stiano spingendo sul mercato grandi prodotti come se fossero capi di bestiame”.

Da Christie’s – che cinque anni fa ha venduto alla cifra record di 71,7 milioni di dollari un quadro di Warhol del 1963 dal titolo “Green Car Crash” – non sembrano essere d’accordo. Seppur riconoscendo che non saranno messi all’asta capolavori come le celeberrime lattine Campbells, o i ritratti di Marylin Monroe, Marlon Brando o Elizabeth Taylor, sostengono che i lavori di Warhol, che nei suoi quarant’anni di carriera è stato straordinariamente prolifico, “non devono essere i più costosi per essere i migliori”.

E il mercato sembra condividere: solo lo scorso anno sono state vendute all’asta opere del genio della pop art per un totale di 346 milioni di dollari.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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