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Asilo: Simonetta Sommaruga esclude rimpatrio eritrei

(Keystone-ATS) La ministra di giustizia Simonetta Sommaruga difende la prassi sull’asilo nei confronti degli eritrei. È impensabile che la Svizzera rinvii persone in uno stato totalitario, ha dichiarato oggi reagendo a una lettera inviata al Consiglio federale dal governo lucernese.

Numerosi rapporti e informazioni sull’Eritrea sono unanimi nel descrivere questo Paese come una dittatura e non uno stato di diritto, dove persino il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) non ha accesso alle prigioni. Per questo motivo nessuno stato europeo rinvia persone in Eritrea, ha ricordato Sommaruga in occasione della tradizionale passeggiata estiva con i giornalisti, quest’anno avvenuta lungo l’Aare.

Quando questa situazione cambierà, la Svizzera potrà eventualmente concludere accordi di riammissione con l’Eritrea. Al momento non è possibile. La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha risposto così alla missiva rivolta al Consiglio federale dall’esecutivo cantonale lucernese nella quale si chiede che i richiedenti asilo eritrei non siano più tutti riconosciuti come rifugiati.

Secondo il consigliere di Stato lucernese PPD Guido Graf, il diritto d’asilo è troppo generoso e occorrerebbe privilegiare un diritto di soggiorno provvisorio e non un diritto d’asilo quasi sistematico.

Le sue argomentazioni si fondano su una falsa ipotesi, ha ribattuto la presidente della Confederazione. Già oggi circa la metà dei richiedenti asilo provenienti dall’Eritrea non sono riconosciuti come rifugiati ma unicamente accolti provvisoriamente.

Sommaruga ha anche ricordato che la Svizzera non assaltata dai rifugiati. In alcuni Paesi la situazione è diversa: in Germania nei primi sei mesi del 2015 il numero delle domande d’asilo è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Ungheria, destinazione non considerata attrattiva, sono state inoltrate nella prima metà di quest’anno oltre 68‘000 richieste, quando l’anno precedente erano circa 5440.

In Svizzera invece il numero delle domande è passato da 10‘278 nel primo semestre del 2014 a 11‘873 nello stesso periodo di quest’anno. Finora sono state inoltrate meno richieste d’asilo rispetto al 2012, ha ricordato Sommaruga. Anche la situazione alle frontiere meridionali è sotto controllo. “Arrivano un paio di dozzine di persone al giorno e vengono velocemente ridistribuite” nei vari centri.

I Cantoni sono tuttavia in una difficile situazione in quanto devono mettere a disposizione sempre più alloggi. Si tratta di una grande sfida che ho vissuto io stessa, ha sottolineato.

Sommaruga ha anche ricordato che Confederazione e Cantoni negli ultimi anni hanno messo a punto una nuova politica sull’asilo. All’unanimità è stato deciso di velocizzare le procedure e vi si lavora intensamente.

In alcuni singoli comuni la situazione è tesa, ha detto la responsabile del DFGP, “ma è tutt’altro che una crisi”. Complessivamente Sommaruga considera la collaborazione con i Cantoni nell’ambito dell’asilo come molto buona. Non ci si deve lasciar impressionare da una lettera proveniente da un singolo Cantone. “L’asilo è un tema amato per la campagna elettorale”, ha sottolineato.

La segreteria di Stato della migrazione (SEM), interrogata dall’ats ha insistito sul fatto che le domande d’asilo degli eritrei vengono trattate come tutte le altre. Il richiedente deve dimostrare di essere minacciato individualmente, ha detto la portavoce della SEM Léa Wertheimer.

Un siriano per esempio non ha diritto d’asilo, per il semplice fatto che nel suo Paese vi sia la guerra, ma solo se viene perseguito per il suo impegno politico.

Gli eritrei che rifiutano o disertano il servizio militare ottengono asilo in Svizzera solo dopo un esame individuale, secondo Wertheimer. È vero che il rifiuto del servizio militare e la defezione da soli non sono riconosciuti come motivi che giustificano l’asilo. Ma “in Eritrea queste persone vengono considerate come traditrici”. Chi deserta o rifiuta il servizio militare viene visto come nemico politico e in Svizzera ottiene asilo in qualità di individuo perseguito politicamente.

Il servizio militare è uno dei principali motivi di emigrazione degli eritrei. È obbligatorio per uomini e donne e in parte illimitato. Secondo un rapporto dell’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) dall’inizio dell’anno viene effettuato anche regolarmente il reclutamento forzato dei bambini.

Ogni eritreo che non ottiene asilo in Svizzera viene temporaneamente accolto in quanto l’allontanamento viene considerato “illecito”. “Dobbiamo essere sicuri che la persona rinviata non rischi violazioni dei diritti umani o la tortura”, ha detto Wertheimer.

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