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Assemblea PPD: no a iniziativa “Per imprese responsabili”

Gli argomenti della consigliera agli Stati lucernese Andrea Gmür hanno convinto i delegati del PPD (immagine d'archivio). KEYSTONE/URS FLUEELER sda-ats

(Keystone-ATS) Centodiciassette voti contro 56: è con questo scarto che i delegati del PPD, riuniti oggi in assemblea a Baden (AG), raccomandano a popolo e Cantoni di bocciare l’iniziativa popolare “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente”.

I delegati hanno dunque seguito le raccomandazioni della direzione del partito e del gruppo alle Camere federali. La proposta di modifica costituzionale, che sarà posta in votazione il 29 novembre, mira a garantire che le aziende svizzere – ad esempio quelle attive nell’estrazione di materie prime – siano ritenute responsabili delle violazioni dei diritti dell’uomo e dei danni ambientali causati dalle loro filiali all’estero. Il no all’iniziativa di fatto spiana la strada al controprogetto indiretto.

Anche se le domande poste dai promotori sono quelle giuste, le risposte sono sbagliate, ha detto durante la discussione il consigliere agli Stati vallesano Beat Rieder. Al dibattito hanno partecipato una ventina di oratori, che si sono espressi dopo un faccia a faccia tra la “senatrice” democristiana lucernese Andrea Gmür (contraria all’iniziativa) e la consigliera nazionale ecologista bernese Aline Trede (favorevole). I maggiori applausi raccolti dai sostenitori del testo non si sono poi tradotti in voti.

I fautori hanno posto l’etica al centro delle loro argomentazioni. Se il PPD vuole rimanere fedele ai suoi valori fondamentali, l’iniziativa va sostenuta, ha affermato un delegato, sottolineando che il testo non può essere considerato nocivo per l’economia. Altri delegati hanno insistito sulla poca consistenza del controprogetto a livello di legge.

Gli oppositori hanno invece sottolineato soprattutto le conseguenze economiche e giuridiche dell’iniziativa. A loro avviso, la maggior parte delle imprese svizzere si comporta in modo corretto all’estero. La sicurezza giuridica in Svizzera non deve essere indebolita, hanno ammonito.

Sull’iniziativa “Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico”, pure sottoposta a votazione alla fine di novembre, non vi è stata discussione: 161 delegati ne hanno raccomandato la bocciatura, 25 l’accettazione.

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