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Assemblea UDC: correggere gli effetti negativi dell’immigrazione

(Keystone-ATS) La Svizzera deve nuovamente poter controllare e gestire autonomamente l’immigrazione reintroducendo contingenti per i lavoratori stranieri e rinegoziando l’accordo di libera circolazione con l’Ue. All’unanimità i delegati dell’UDC, riuniti oggi in assemblea a Reiden (LU), hanno sostenuto l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” in votazione il prossimo 9 febbraio.

“È evidente che la Svizzera ha bisogno di manodopera estera e che l’immigrazione ha anche lati positivi”, ma gli effetti negativi, che ognuno di noi subisce, vengono sistematicamente minimizzati, ha detto il presidente Toni Brunner. “Mai prima d’ora la politica, le autorità, l’economia e i media hanno tanto disinformato, abbellito la realtà e dissimulato fatti concreti, come in merito alla questione dell’immigrazione incontrollata”.

Ogni anno la Svizzera rilascia circa 150’000 autorizzazioni di soggiorno a stranieri e la popolazione cresce di 80’000 persone. Di questo passo nel 2035 ci saranno 10 milioni di abitanti, ha spiegato il consigliere nazionale argoviese Luzi Stamm. E in queste cifre non sono compresi i frontalieri, i richiedenti l’asilo e i sans-papiers.

L’immigrazione incontrollata causerà un abbassamento ai livelli Ue dei salari, della qualità di vita e della sicurezza sociale, non certo nell’interesse della popolazione in Svizzera, ha aggiunto il presidente del gruppo parlamentare UDC Adrian Amstutz (BE).

Non esiste nessuno Stato liberale e industriale che non controlli e gestisca indipendentemente l’immigrazione sul suo territorio, ha detto Brunner citando gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia. Anche l’Ue applica restrizione nei confronti dei Paesi non membri.

L’iniziativa intende appunto ridare alla Svizzera la possibilità di controllare autonomamente l’immigrazione. È normale che un Paese sovrano possa decidere chi ha il diritto di entrare entrare sul territorio e per quanto tempo, ha aggiunto il presidente.

Il testo dell’UDC non chiede di bloccare l’immigrazione o di denunciare gli accordi di libera circolazione con l’Ue, ma di rinegoziare l’intesa che era stata raggiunta sulla base di previsioni totalmente sbagliate. All’epoca il Consiglio federale aveva previsto un’immigrazione di 8000 persone l’anno, un decimo rispetto alla realtà odierna, ha fatto notare Stamm.

“Manteniamo la via bilaterale, ma esigiamo correttivi quando le conseguenze degli accordi sono troppo negativi o addirittura insopportabili per noi”, ha concluso Brunner.

All’assemblea era presente anche Ueli Maurer che ha dovuto esporre ai delegati la posizione ufficiale del Consiglio federale. Il presidente della Confederazione ha citato dati ed elencato tutte le misure di accompagnamento alla libera circolazione. Il governo ritiene che la libera circolazione comporti più vantaggi che rischi, ha detto Maurer, aggiungendo che si tratta del parere del Consiglio federale.

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