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Assemblea UDC, con Schengen più criminalità

(Keystone-ATS) NÄFELS GL – L’accordo di Schengen è responsabile dell’aumento della criminalità in Svizzera. Questa l’opinione espressa oggi dal presidente dell’UDC Toni Brunner in apertura dell’assemblea dei delegati convocata a Näfels, nel canton Glarona, dove tra meno di un mese si terranno le elezioni per il Gran consiglio.
Per il consigliere nazionale sangallese, “sopprimendo i controlli delle persone alle frontiere, la Svizzera ha completamente perso il controllo dell’immigrazione”. Si tratta, secondo il presidente dei democentristi, “della maggior perdita di sovranità mai sperimentata finora dalla Confederazione”.
Brunner ha accusato i partiti di centro e di sinistra di non far nulla per contrastare la criminalità montante. Anzi. “Opponendosi all’iniziativa dell’UDC sul rinvio dei criminali stranieri, fanno di tutto affinché simili persone non possano essere espulse”, ha sottolineato.
Secondo il sangallese, la Svizzera deve smetterla di adattare il suo diritto agli sviluppi dell’accordo di Schengen e ciò finché il Consiglio federale non avrà analizzato gli effetti di questa intesa sulla criminalità in Svizzera. A tale riguardo, i 400 delegati UDC hanno approvato una risoluzione e incaricato la direzione del partito di elaborare uno studio in questo senso entro il prossimo autunno.
Per il consigliere nazionale Hans Fehr (UDC/ZH), “se l’analisi del governo dovesse confermare quanto osservato da noi, bisognerà denunciare l’accordo”. Fehr, presidente dell’Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI), ha poi denunciato il fatto che la Confederazione non abbia nulla da dire sugli sviluppi dell’accordo, ai quali Berna deve adattarsi se non vuole esserne esclusa. Fehr ha citato in particolare i settori delicati dell’asilo e dei visti. Oltre a ciò, ha sostenuto che i costi legati all’applicazione di questa intesa sono letteralmente esplosi.
Già nel 2004, l’UDC aveva promosso il referendum contro Schengen, testo accolto però dal popolo col 54,6%. Per il consigliere nazionale di Neuchâtel, Yvan Perrin, all’epoca il Consiglio federale aveva ingannato il popolo, dal momento che la sicurezza è andata peggiorando, invece di migliorare come si pretendeva, specie nelle regioni di frontiera. Perrin ha citato il caso di Ginevra, a suo dire emblematico, visto che questo cantone detiene il record del numero di infrazioni – 110,2 – su mille abitanti.
In un’intervista pubblicata oggi dalla “Tribune de Genève”, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha difeso Schengen e negato invece qualsiasi legame diretto tra questo accordo e la criminalità.
La questione dei clandestini figurava anche tra gli argomenti affrontati dai delegati. Alcuni di essi hanno stigmatizzato l’idea, diffusa soprattutto in Romandia, di permettere ai figli di clandestini di assolvere una formazione professionale. Per taluni si tratta di un modo come un altro per regolarizzare tutti i Sans-papiers.
Nella risoluzione adottata oggi, l’UDC minaccia tra l’altro di ricorrere al referendum per combattere qualsiasi legge mirante a legalizzare il soggiorno di queste persone.

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