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Associazione banchieri: nessun aiuto a UE senza accesso mercati

Claude-Alain Margelisch, presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri. KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) L’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) vuole usare il contributo della Svizzera per l’aiuto ai Paesi dell’est dell’Ue come mezzo di pressione: chiede al Consiglio federale di subordinare il “miliardo di coesione” all’accesso ai mercati finanziari europei.

L’ASB sostiene i mercati aperti e chiede con decisione che Bruxelles riconosca l’equivalenza delle leggi svizzere nel settore finanziario, scrive l’associazione in un comunicato odierno in occasione della Giornata dei banchieri.

In caso contrario, “non dovrebbero essere condotti con l’UE colloqui di approfondimento circa il contributo di coesione”, aggiunge.

Attualmente Berna sta considerando un nuovo contributo della Svizzera a favore della riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali nei Paesi UE, il cosiddetto “miliardo di coesione”.

Il Consiglio federale intende rinnovare questo aiuto finanziario in modo più mirato, dedicando particolare attenzione alla formazione professionale e alla migrazione. Berna si è data tempo fino a inizio autunno per avere una valutazione generale dell’evoluzione del dossier, aspetta anche segnali chiari e azioni concrete da parte di Bruxelles nei negoziati in corso su un accordo quadro istituzionale.

La lobby dei banchieri si dichiara ottimista per quanto riguarda il dialogo bilaterale. In Svizzera, i progetti di legge sui servizi finanziari (LSF) e sugli istituti finanziari (LIFin) sono sulla buona strada per garantire una “protezione moderna” degli investitori, ritiene l’ASB.

L’adozione della LSF è un requisito chiave per l’accesso al mercato dell’UE. “Secondo noi, la LSF e la LIFin costituiscono una base giuridica equivalente alla normativa europea MiFiD II, in modo che gli Stati membri dell’UE non abbiano motivo di rifiutare alla Svizzera il riconoscimento dell’equivalenza”, ha insistito Claude-Alain Margelisch, direttore dell’ASB.

“Un accordo a breve termine sui servizi finanziari con l’UE non è possibile”, ha sottolineato Margelisch. Per garantire dei servizi ai clienti europei, la Svizzera tenta dunque di migliorare la situazione per via bilaterale.

Finora è stato concluso un solo accordo con la Germania. Questo è in vigore dal 2015 e prevede procedure semplificate per servizi finanziari transfrontalieri.

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