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Australia: dopo 132 anni funerale per leggendario brigante

(Keystone-ATS) Ha avuto finalmente oggi, fra lacrime e applausi, il funerale cattolico che desiderava il leggendario brigante irlandese-australiano Ned Kelly, a 132 anni da quando a soli 25 o 26 anni fu condannato per l’uccisione di tre poliziotti e impiccato.

Più di 300 persone, fra cui decine di suoi discendenti, si sono raccolte nella chiesa di San Patrizio a Wangaratta, nel nordest del Victoria, non lontano da dove il brigante fu catturato dopo uno scontro a fuoco con la polizia.

Domenica i resti di Kelly saranno inumati in una tomba non marcata nel cimitero del villaggio di Greta, dove giacciono la madre e altri familiari, in una cerimonia strettamente privata. “È quello che voleva. Aveva chiesto di essere sepolto in terra consacrata”, ha detto monsignor John White, che ha officiato il servizio funebre.

I discendenti del fuorilegge, ha detto il pronipote Anthony Griffith, sperano che la pubblicità suscitata dal funerale possa rinnovare gli sforzi degli entusiasti che continuano a cercare il suo teschio, che fu rubato come souvenir. “Non abbiamo abbandonato la speranza”, ha aggiunto.

Lo scheletro senza testa del fuorilegge, che in un’epica sparatoria con la polizia fu centrato da 20 colpi ma sopravvisse grazie ad una corazza forgiata da lame di aratro, fu identificato due anni fa grazie a un campione di dna di una sua discendente.

Tre anni prima gli archeologi avevano scoperto una fossa comune nel sito di una prigione abbandonata a Melbourne, con i resti di 34 detenuti messi a morte: uno di questi, fu poi confermato, era Kelly.

La storia del brigante continua a dividere gli australiani: fra chi lo venera come un locale Robin Hood, che combatteva l’establishment inglese difendendo i poveri e gli oppressi, specialmente irlandesi, e chi lo considera semplicemente come un ladro di cavalli e violento criminale.

Le sue imprese sono state oggetto di diversi film: da uno dei primi lungometraggi al mondo nel 1906, alla versione del 1970 con Mick Jagger dei Rolling Stones nel suo ruolo, a quella del 2003 con Heath Ledger. E anche di una canzone di Jonnhy Cash.

Restano celebri le sue ultime parole nel salire sul patibolo: “Such is life” (Così è la vita).

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