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Austria: maiali-cavie sepolti da neve, test interrotto

(Keystone-ATS) BOLZANO – Gli esprimenti condotti in Austria per un test sulle valanghe con maiali vivi, che morivano, sono stati quiasi subito interrotti, anche per le polemiche degli animalisti.
Gli esperimenti sulle possibilità di sopravvivenza sotto le valanghe erano condotti a Vent, nell’Oetztal, da un’equipe internazionale di scienziati sotto la guida della clinica universitaria di anestesia di Innsbruck, in collaborazione con l’Accademia europea Eurac di Bolzano dove sorge un centro per la Medicina d’urgenza in montagna fondato appena pochi mesi fa.
Una nota dei responsabili diffusa a Bolzano precisa che gli esperimenti sono stati interrotti “dato che il loro regolare svolgimento non poteva più essere garantito”, viste le pressioni esterne. In sostanza, erano insorti gli animalisti, non solo in Austria, ma anche in Italia dove la Lega anti-vivisezione Lav aveva fatto presente che esperimenti di questo genere, almeno in Italia sarebbero illegali.
L’esperimento avrebbe dovuto durare un paio di settimane, ma pochi minuti dopo la divulgazione della notizia erano arrivate le proteste dall’Austria come dall’Alto Adige. I responsabili hanno ribadito l’importanza scientifica del loro operato, volto – hanno sottolineato – a migliorare le possibilità di sopravvivenza di persone che fossero eventualmente travolte da valanghe.
L’equipe di ricerca composta da ricercatori provenienti da Austria (Università di Medicina di Innsbruck), Germania (Charité Berlin), Norvegia (Università di Tromsoe), Alto Adige (Accademia Europea di Bolzano) e con collaborazioni negli Stati Uniti (Mayo Clinic, Rochester) ha ora espresso il proprio rammarico “per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell’esperimento”.
“Nel corso degli ultimi otto anni, abbiamo soppesato con cautela i benefici che la ricerca medica avrebbe tratto dallo studio con la sofferenza inflitta alla cavie”, hanno detto i responsabili dello studio, Hermann Brugger e Peter Paal. Benefici che si sarebbero tradotti in diminuzione del tasso di mortalità grazie al perfezionamento delle terapie e allo sviluppo di nuove attrezzature”.

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