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Battuta velocità della luce: neutrini superano nuovo test

(Keystone-ATS) I neutrini “più veloci della luce” hanno superato un altro test molto importante, al punto che adesso ogni possibile fonte di errore nelle misure è stata eliminata: sono dati sicuri e di altissima precisione, ma non sono ancora la conferma definitiva, che potrà arrivare soltanto da test indipendenti, condotti da altri gruppi di ricerca nel resto del mondo.

Anche le nuove misure, che nel corso della notte saranno pubblicate sul sito ArXiv, sono state condotte dalla collaborazione internazionale Opera, coordinata da Antonio Ereditato, nell’ambito dell’esperimento CNGS (Cern Neutrino to Gran Sasso).

Anche questa volta i neutrini analizzati sono stati quelli inviati dal Cern di Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Tuttavia questa volta a percorrere i 730 chilometri che separano il Cern dal Gran Sasso non sono stati grandi “pacchi” di neutrini, ma “pacchetti” notevolmente più piccoli, ossia molto più brevi nel tempo e distanziati: sono lunghi solo 3 nanosecondi e spaziati gli uni dagli altri di 524 nanosecondi. Sono quindi molto più stretti e separati rispetto a quelli della misura annunciata a settembre: in quel caso i fasci duravano 10.500 nanosecondi e erano distanziati da 50 milioni di nanosecondi. Gli eventi sui quali si basano le nuove misure sono anche molto pochi, 20 in tutto, ma la loro analisi è tuttavia estremamente significativa perché questa volta è stato possibile analizzarli uno ad uno.

Le nuove misure, che hanno confermato il dato di settembre secondo il quale i neutrini sono di 60 nanosecondi più veloci della luce, hanno permesso quindi di raggiungere un grandissimo livello di dettaglio e, soprattutto rispondono alle obiezioni finora sollevate all’interno della comunità scientifica. In pratica, tutte le possibili fonti di errore sono state eliminate, ma ancora manca la conferma definitiva. Questa, secondo gli esperti, potrà arrivare soltanto da esperimenti condotti in modo indipendente da altri gruppi di ricerca. I riflettori sono puntati soprattutto sui test analoghi in preparazione presso il Fermilab di Batavia (Chicago), che “spara” un fascio di neutrini verso i rivelatori dell’esperimento Minos, distanti 730 chilometri.

Nel frattempo la collaborazione Opera continuerà a lavorare e per il 2012 prevede di utilizzare un nuovo rivelatore del Cern.

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