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Bce: Draghi, ripresa lenta, pronti a nuova liquidità

(Keystone-ATS) Ripresa lenta, disoccupazione elevata, credito all’economia ancora strozzato nonostante la situazione delle banche sia migliorata: nella zona euro “la fiducia è tornata” ma il presidente della Bce Mario Draghi non perde la sua solita cautela, indica ancora una volta ad Eurolandia la strada per non perdersi ed assicura il sostegno di Francoforte. Draghi invita gli Stati a proseguire le riforme economiche e strutturali, anche per tenere sotto controllo gli spread, e nel frattempo la Bce assicurerà tassi bassi ancora a lungo e un nuovo intervento di liquidità illimitata (Ltro) alle banche “se sarà necessario”.

A tenere cauta Francoforte è ancora la crescita debole: “L’attività economica della zona euro dovrebbe continuare la sua lenta ripresa nell’attuale trimestre, nonostante la produzione debole a luglio”, è la previsione di Draghi sostenuta dai dati sulla fiducia e da “segni di una graduale svolta nelle prospettive”. L’attività economica “dovrebbe beneficiare di un graduale miglioramento nella domanda interna, sostenuto dalla politica accomodante della Bce e dal rafforzamento della domanda esterna di export nella zona euro”. Segnali “incoraggianti”, ma che non mettono al riparo dai “rischi per la stabilità”. Quindi la ripresa “va stabilizzata” e bisogna far scendere la disoccupazione “troppo elevata”.

Inoltre, per aiutare la crescita bisogna anche ristabilire il flusso del credito dalle banche all’economia reale perchè la situazione è ancora critica nonostante il “sensibile miglioramento della capitalizzazione”. I capitali restano fermi ma, spiega Draghi, una delle cause, parlando ad esempio di pmi, è la “scarsità di domanda” di credito e non la poca disponibilità degli istituti.

Draghi affronta poi la questione che preme alla Bce in questo momento, in qualità di supervisore unico delle banche europee: la revisione della qualità degli attivi annunciata a marzo scorso (a ottobre si conosceranno le regole) e i successivi stress test, possono potenzialmente provocare un terremoto che si abbatterebbe sulla già fragile economia della zona euro. Per questo il presidente torna a chiedere che gli Stati dell’Eurozona forniscano “una garanzia” per le banche “laddove necessario per assorbire ogni mancanza di capitale che questa valutazione può portare alla luce. Altrimenti “la gente dirà che i risultati degli stress test mascherano numeri peggiori”.

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