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Bce conferma liquidità emergenza, ossigeno per banche

(Keystone-ATS) La Banca Centrale Europea tiene aperti i rubinetti del credito di emergenza, ma malgrado l’accordo sulla Grecia raggiunto dopo una interminabile maratona di quasi 17 ore, decide comunque di non aumentare il volume di liquidità immessa sul mercato.

Nonostante le attese e le speranze dei greci che la Bce potesse innalzare dagli attuali 89 miliardi di euro l’Ela, la liquidità di emergenza, così da ridare fiato alle banche nazionali, Francoforte è rimasta ferma sulla propria linea di azione, in attesa probabilmente di vedere i primi veri passi di Atene sulla strada delle riforme promesse.

Intanto il Fondo monetario si dice “pronto a lavorare con le autorità greche e i partner europei per aiutare a far andare avanti questo importante sforzo” come spiega il portavoce del Fondo, Gerry Rice, sottolineando che Christine Lagarde ha informato il board sui contenuti dell’accordo raggiunto.

La decisione della Bce alla quale tutti guardavano con grande attesa è stata presa oggi dal consiglio direttivo dell’Eurotower nel corso di una teleconferenza. A questo punto alcuni osservatori ipotizzano che la Bce attenderà probabilmente fino a un incontro di due giorni a Francoforte, che inizia mercoledì, prima di decidere se aumentare il limite dell’Ela oppure no.

Inoltre proprio mercoledì il Parlamento di Atene dovrà votare su un pacchetto di salvataggio tra le cui misure è prevista anche la ricapitalizzazione delle banche, cosa questa che potrebbe fornire alla Bce lo spazio per allentare i cordoni del credito. “Se non si fosse raggiunto un accordo, la Bce non avrebbe potuto continuare a sostenere la Grecia” ha detto il presidente francese François Hollande al termine del summit dei leader europei.

Per le banche greche, intanto, la situazione resta particolarmente critica. Ormai chiuse dal 28 di giugno, non riapriranno nemmeno domani e non si sa neppure fino a quando durerà la ‘serrata’. Al tempo stesso anche per i prelievi bancomat il tetto resta fermo ai 60 euro al giorno. E c’è poi da considerare il fatto che gli istituti di credito hanno scarso spazio di manovra anche perché da dicembre a giugno i correntisti hanno prelevato circa 40 miliardi di euro.

Ai piani alti dell’Eurotower, il presidente Mario Draghi ha più volte ripetuto che le sue decisioni dipendono dagli sviluppi politici, con gli occhi puntati sul prestito di 3,5 miliardi di euro elargito alla Grecia in scadenza il 20 luglio. Del resto i membri del consiglio direttivo hanno iniziato a diventare molto più scettici sulla possibilità di fornire ulteriori aiuti alla Grecia con l’acuirsi del contrasto tra governo Tsipras e creditori e dopo che Atene ha mancato il rimborso del prestito al Fondo Monetario fissato per il 30 giugno scorso.

Parte dell’accordo per salvare la Grecia prevede che venga istituito un fondo da 50 miliardi di euro finanziato tramite la vendita di asset greci. “I primi 25 miliardi raccolti da questo fondo andranno per la ricapitalizzazione delle banche” ha spiegato il primo ministro maltese Joseph Muscat al termine del summit europeo, precisando che per il resto una metà dei fondi sarà utilizzata per ripagare il debito, mentre l’altra metà sarà destinata a nuovi investimenti.

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