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Benzina e franco forte: il “turismo del pieno è finito”

(Keystone-ATS) “Turismo del pieno”, ma al contrario: dall’abbandono della soglia minima di cambio con l’euro, nel gennaio del 2015, la benzina in Germania e Francia è diventata meno cara rispetto alla Svizzera.

Per l’Italia la situazione è particolare. Le conseguenze si fanno sentire anche dal profilo del gettito fiscale.

Uno studio condotto per conto dell’Unione petrolifera (UP) indica che nel 2008 la quantità di benzina acquistata in Svizzera da consumatori stranieri rappresentava un volume complessivo di 450/500 milioni di litri, quantità che è andata progressivamente calando per poi azzerarsi.

“Il turismo del pieno, indica il direttore di UP Roland Bislang citato in un comunicato, oggi non esiste più e nel caso del diesel assistiamo persino a un’inversione dei flussi”. Nel 2008 gli acquisti di diesel da parte di automobilisti stranieri in Svizzera erano ancora pari a 75 milioni di litri. Nel 2015 lo scenario si è capovolto: sono infatti stati gli svizzeri ad acquistare diesel all’estero, per un totale di 90 milioni di litri.

Per i frontalieri francesi e tedeschi che fanno il pieno di benzina in Svizzera, la cancellazione della soglia minima di cambio con l’euro ha comportato un brusco rincaro equivalente a circa 25 centesimi al litro. Dal 2015, in altri termini, la benzina svizzera non è più conveniente rispetto ai prezzi praticati in Germania e in Francia. In Austria la benzina è meno cara rispetto alla Confederazione già dal 2011. Da gennaio 2015 il divario è ancora aumentato al punto che “l’importazione” di benzina è diventata vantaggiosa anche per i residenti svizzeri.

L’UP nota che la situazione del Ticino rispetto all’Italia è particolare: secondo i dati dell’Amministrazione federale delle dogane i prezzi della benzina in Svizzera sono rimasti inferiori di circa 20/25 centesimi anche nel 2015: da parte italiana un sistema di sconti permette però alle persone domiciliate nella fascia di confine di acquistare benzina a condizioni migliori. Per gli svizzeri che si recano in Italia, invece, conviene sempre fare il pieno prima di varcare il confine.

Il calo del turismo del pieno ha comportato una compressione del fatturato globale di quasi un miliardo di franchi, imputabile nella misura del 40% al periodo 2014-2015. Consistente anche la riduzione dei ricavi generati dalla tassa sugli oli minerali: rispetto al 2008 i mancati introiti per le casse federali nel 2015 sono stati pari a 460 milioni di franchi.

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