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Berlusconi sapeva che erano prostitute

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 settembre 2011 - 13:36
(Keystone-ATS)

L'imprenditore barese Giampaolo Tarantini, che procacciava donne di compagnia al premier italiano Silvio Berlusconi per poi averne vantaggi economici, è uscito in nottata dal carcere di Poggioreale dove era rinchiuso. Torna in libertà anche la moglie di Tarantini, Angela Devenuto, che era agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Roma.

Berlusconi era pienamente "consapevole" che le ragazze portate nelle sue residenze dal Tarantini erano delle escort. Lo sostiene il Tribunale del Riesame di Napoli nell'ordinanza con cui ha disposto la scarcerazione dello stesso Tarantini, passando gli atti alla procura di Bari.

Dopo 14 ore di Camera di Consiglio e cinque minuti prima della mezzanotte quando sarebbero scaduti i termini, il tribunale ha annullato l'ordinanza di custodia per la coppia Tarantini per concorso in estorsione.

Intanto sembra ribaltarsi il ruolo del presidente del consiglio, Berlusconi, in questa inchiesta: da testimone-parte offesa diventa quasi certo indagato per aver indotto Tarantini a riferire il falso ai magistrati.

Per i magistrati del Riesame, infatti, Berlusconi non è da ritenersi vittima di un ricatto bensì responsabile del reato previsto dall'articolo 377 bis del codice penale, ovvero, per aver istigato un indagato, nel caso specifico l'imprenditore Giampaolo Tarantini, a fare dichiarazioni false all'autorità giudiziaria.

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