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Bielorussia: UE vara sanzioni ma non contro Lukashenko

La lista nera delle sanzioni dell'Unione europea contro il regime bielorusso comprende 44 in tutto i nomi, ma non quello del presidente Aleksandr Lukashenko. KEYSTONE/AP/John Thys sda-ats

(Keystone-ATS) La lista nera delle sanzioni dell’Unione europea contro il regime bielorusso comprende 44 in tutto i nomi, ma non quello del presidente Aleksandr Lukashenko.

Sulla lista contro il regime di Minsk – adottata ed entrata in vigore a tempo di record dopo il via libera dei leader Ue al vertice di Bruxelles – figurano il ministro dell’Interno della Bielorussia Karaeu e tutti i suoi vice, compresi i capi della polizia, dell’intelligence, oltre a magistrati, e a membri della commissione elettorale.

Si tratta di membri del regime individuati come promotori dei brogli del voto che il 9 agosto ha riconfermato l’ultimo dittatore d’Europa alla guida del Paese, e fautori della violenta repressione delle manifestazioni di protesta: da ora in poi non potranno più mettere piede nell’Unione, ed i loro beni sul suolo europeo saranno congelati.

“Una ferma presa di posizione”, soggetta ad inasprimenti “se le cose non miglioreranno”, ha chiarito l’Alto rappresentante, Josep Borrell. Continueremo a “monitorare la situazione ed agiremo di conseguenza” ha assicurato infatti il presidente del Consiglio, Charles Michel, giustificando la mancata inclusione di Lukashenko.

Ma le ritorsioni di Minsk non si sono fatte attendere. La Bielorussia, oltre ad annunciare subito misure restrittive in ritorsione contro l’Europa, da oggi ha anche cancellato tutti gli accrediti dei giornalisti di media stranieri con effetto immediato. La procedura per ottenere i nuovi sembra richieda cinque giorni. Ed è facile immaginare che l’iniziativa punti anche ad oscurare la nuova manifestazione che l’opposizione prepara per domenica.

Un nuovo giro di vite del regime, deciso a mantenere il suo pugno di ferro, nonostante le numerose condanne, con misure restrittive piovute anche da Stati Uniti, Regno Unito e Canada.

Le sanzioni dell’Ue, sono entrate in vigore con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea, dopo lo sblocco del veto di Cipro al summit europeo, grazie anche alla mediazione della cancelliera Angela Merkel.

Nicosia aveva tenuto ostaggio il via libera alle misure per una settimana, per ottenere una posizione altrettanto assertiva dell’Ue nei confronti di Ankara, che da tempo viola la sua sovranità, e quella della Grecia, con esplorazioni di idrocarburi nelle sue acque territoriali. Con la Turchia l’Unione continuerà a cercare un dialogo positivo, ma in caso di nuove violazioni del diritto internazionale, non “esiterà a ricorrere a tutti gli strumenti disponibili, incluse le sanzioni, per far rispettare i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri”, ha avvertito la leader della Commissione, Ursula von der Leyen, esprimendo solidarietà ai premier Mitsotakis e Anastasiades. La situazione sarà seguita da vicino ed eventuali misure saranno decise entro dicembre.

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