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Bilancio moderato della Svizzera

(Keystone-ATS) NEW YORK – Il Vertice dell’ONU sugli obiettivi del Millennio per lo sviluppo non ha apportato nulla di nuovo agli occhi della Svizzera. Secondo il capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Martin Dahinden, non è stato preso praticamente alcun nuovo impegno.
La dichiarazione finale adottata ieri sera a New York è un compromesso dopo negoziati di diversi mesi, ha dichiarato Dahinden. Il documento ha punti deboli e non testimonia un impegno collettivo forte a favore degli otto obiettivi che l’ONU ha fissato nel 2000.
Per raggiungere questi propositi come previsto entro il 2015, la Svizzera pone l’accento su quattro elementi fondamentali. Da una parte le strategie di sviluppo devono maggiormente prendere in considerazione la fragilità della situazione all’interno di uno Stato. I conflitti e la violenza armata sono un ostacolo allo sviluppo. Se i diritti umani non sono rispettati, non è possibile considerare uno sviluppo durevole.
Il capo della DSC rivela inoltre che occorre non solo che gli Stati donatori mantengano le loro promesse, ma che anche gli Stati beneficiari rendano conto di come utilizzano l’aiuto. Inoltre l’economia privata deve svolgere un ruolo più importante. Il sostegno non è sufficiente, affinché un paese possa svilupparsi, occorre stimolare la crescita economica, puntualizza.
Secondo Dahinden, sarà la volontà politica a determinare se gli obiettivi del Millennio saranno realizzati entro il 2015. Il responsabile della DSC è stato positivamente sorpreso dal numero di dichiarazioni fatte dalle delegazioni a New York, ma sa anche che queste non sempre si concretizzano.
La stessa Svizzera esita di fronte all’obiettivo di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo (Rnl) all’aiuto allo sviluppo: il Parlamento – ha indicato Dahinden – dovrà esaminare una proposta per elevare il contributo elvetico dallo 0,45% allo 0,5%. Il capo della DSC ritiene che dovrebbe essere adottata.
La Svizzera non è convinta che una tassa sulle transazioni finanziarie sia il mezzo migliore per sbloccare più fondi in favore dell’aiuto allo sviluppo. Una tassa sul CO2 sembra più adeguata, ha detto Dahinden alla stampa a New York.

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