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Birmania: elezioni suppletive, partito San Suu Kyi crolla

Il presidente birmano Win Myint al voto. KEYSTONE/AP/THEIN ZAW sda-ats

(Keystone-ATS) In Birmania, la Lega nazionale per la democrazia (NLD) della leader de facto Aung San Suu Kyi crolla in elezioni suppletive, tenutesi ieri: un segnale di crisi per il governo di un malcontento diffuso nel Paese e della crisi delle minoranze etniche che l’affligge.

L’NLD, a scrutinio non ancora completato, si avvia a vincere solo sette seggi su 13, perdendo soprattutto nelle province dove le minoranze sono forti. Ma per ora la perdita di seggi non altera sensibilmente la forza preponderante del governo, la maggioranza NLD uscita vincitrice con un plebiscito dalle elezioni del 2015 e ancora distante da quelle del 2020.

Un governo, guidato dietro le quinte dalla San Suu Kyi in veste di “consulente”, caduta in disgrazia a livello di sostegno internazionale sulla scia della crisi dei Rohingya, che gode ancora del forte sostengo della maggioranza birmana (Bamar), ma che precipita fra le minoranze a favore di partiti etnici e d’opposizione fra le minoranze, che costituiscono quasi un terzo della popolazione birmana.

In aggiunta alle accuse di pulizia etnica compiuta dai militari sui Rohingya, sembra ancora sulla carta la promessa fatta dalla leader, ex “pasionaria” della libertà, di rappacificare etnicamente il Paese. Le trattative sono infatti in stallo e le violenze continuano, sfociando in occasionali conflitti locali.

Forti le perdite di consenso nella regione della minoranza Chin, ma tenuta nel Rakhine, la regione autonoma dove vivono i Rohingya.

“Abbiamo perso cinque dei sei seggi in palio nelle aree etniche. Le minoranze non sono soddisfatte con i risultati del processo di pacificazione”, ha dichiarato, citato dallo Straight Times, il portavoce dell’NLD, Myo Nyunt. Questo risultato sia per noi una lezione”, ha aggiunto.

Il voto di ieri riguardava anche i consigli regionali oltre al parlamento nazionale di Naypyidaw.

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