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Birmania: Suu Kyi apre conferenza di pace con gruppi etnici

(Keystone-ATS) È iniziata oggi nella capitale birmana Naypyidaw – con un breve discorso di Aung San Suu Kyi – una conferenza di pace di cinque giorni alla quale partecipano centinaia di rappresentati dei principali gruppi etnici, del governo, dei militari e dei partiti politici.

Un appuntamento con cui le parti coinvolte sperano di consolidare le trattative di pace dopo il cessate il fuoco firmato lo scorso ottobre con otto gruppi ribelli.

Suu Kyi, leader della “Lega nazionale per la democrazia” (Nld) che ha trionfato alle elezioni dello scorso novembre, ha aperto l’evento ma non parteciperà al resto dei lavori. La scelta riflette questo che è stato l’atteggiamento della “Signora” verso le intere trattative di pace imbastite dall’attuale presidente Thein Sein, il cui mandato è in scadenza. Da marzo, sarà in carica un esecutivo sostenuto dall’Nld, anche se Suu Kyi non può diventare presidente perché glielo impedisce la Costituzione.

Le aspettative per la conferenza apertasi oggi non sono alte. L’ostacolo è sempre lo stesso: mentre l’esercito birmano ha una mentalità tradizionalmente centralistica, le decine di gruppi etnici (che rappresentano circa un terzo della popolazione) chiedono più autonomia e in sostanza uno stato federale. In generale, il successo di Suu Kyi ha dato più fiducia alle minoranze etniche. Ma in concreto, nonostante le belle parole, non è chiaro quale sia la visione del Nobel per la Pace – appartenente alla maggioranza birmana – sull’argomento.

Dei 15 principali gruppi ribelli invitati dal governo alla firma dell’accordo, per mettere fine a una serie di conflitti che in alcuni casi vanno avanti da oltre mezzo secolo, solo otto hanno accettato l’invito. Negli ultimi tre mesi, l’esercito birmano ha iniziato un’offensiva contro alcuni dei gruppi rimasti fuori dall’intesa.

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