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Blatter: “scandalo FIFA parte da Platini, ora caso politico

(Keystone-ATS) L’attacco personale di Michel Platini nei suoi confronti è all’origine di tutto e lo scandalo Fifa non è altro che un regolamento di conti fra Stati Uniti e Russia. Lo dice Sepp Blatter, in una lunga intervista all’agenzia russa Tass, di cui riferisce l’agenzia agi-.

“La grande crisi è cominciata con gli arresti di Zurigo ed è curioso che ci fosse un giornalista americano in quell’hotel alle 6 del mattino – le sue parole – A quel punto un grande tsunami si è abbattuto sulla Fifa e tutti hanno detto che ero io il responsabile. Ma come posso essere moralmente responsabile per tutti? Le accuse riguardano le attività di quei sei dirigenti nelle Confederazioni, non nella Fifa”.

“Sono diventato l’obiettivo principale degli attacchi perchè la Uefa da tre anni, e soprattutto dopo il Mondiale in Brasile, non mi vuole come presidente – sostiene Blatter – Ma le altre Confederazioni erano con me, solo la Uefa voleva farmi fuori e non ha avuto successo, anzi, sono stato rieletto. E la questione è diventata politica con l’Unione Europea che per due volte ha portato avanti una risoluzione, prima per dire che Blatter non doveva essere eletto e poi che doveva andare via”.

All’inizio un attacco personale

“All’inizio era un attacco personale, era Platini contro di me, poi la questione è diventata politica, con gli attacchi dei Paesi che hanno perso il Mondiale, Inghilterra contro Russia e Usa contro Qatar. Ma non si può distruggere la Fifa, la Fifa non è una banca svizzera, non è una compagnia commerciale e sono sicuro che all’inizio, quando la Uefa diceva di non volermi, non immaginava che sarebbe finita così”.

Si conoscono i problemi che ci sono fra la Russia e gli Stati Uniti e la Coppa del Mondo o il presidente della Fifa sono il pallone in un grande gioco politico”, afferma ancora Blatter. Che quando gli chiedono di spiegare l’astio nei suoi confronti da parte di Platini, replica: “perché voleva essere lui il presidente della Fifa ma non aveva il coraggio di candidarsi. E ora siamo in questa situazione. Ma la Fifa sta funzionando bene, anche in Germania sono costretti ad ammettere che è meglio organizzata del calcio tedesco”.

“Da quando sono presidente, abbiamo fatto della Fifa una grande azienda commerciale e questo naturalmente provoca invidia e gelosia”.

Blatter continua a negare ogni responsabilità di quanto sta accadendo: “Sono il capo di un governo che non è scelto da me perchè i membri dell’Esecutivo sono eletti dal Congresso, perciò è molto difficile guidare la Fifa. Abbiamo provato a cambiare qualcosa con le riforme iniziate nel 2011 ma la Uefa si è opposta ai controlli d’integrità e gli altri sono stati felici di questo veto. Ma la Fifa non è in crisi, è in crisi la sua leadership, il suo governo ma è inevitabile se nello stesso giorno uccidi il suo presidente, il segretario generale e il vicepresidente della più grande Confederazione. Ma questa crisi non ha a che fare con alcuna attività criminale e la vittima di tutto questo alla fine è Platini”.

Non ci hanno interrogati

Per quanto riguarda la sospensione di 90 giorni arrivata dal Comitato Etico, Blatter afferma: “questa non è giustizia. Non hanno avuto neanche il coraggio di interrogarci. Hanno fatto un’indagine sommaria e tre giorni dopo mi hanno sospeso. Dietro penso ci sia la pressione dei media e per sua sfortuna Platini era sulla stessa barca”.E fornisce la sua versione sui due milioni di franchi svizzeri al centro di tutto.

“Quando era il presidente del Comitato organizzatore di Francia ’98 mi disse a fine Mondiale: ‘mi piacerebbe lavorare per tè. Ed era grandioso perché già lavoravamo assieme. Poi mi disse: ‘valgo un milione all’annò. Per me era però impossibile e allora mi propose ‘mi pagherai dopò. Abbiamo fatto dei contratti, ha preso dei soldi ma non un milione, e ha lavorato fino a quando è stato eletto, nel 2002, nell’Esecutivo Fifa e Uefa. Nel 2010 ha contattato il direttore finanziario della Fifa dicendo: ‘guardate che ci dovete dei soldì. Sono stato informato e ho chiesto la fattura. Uno dei miei principi è che se devi dei soldi a qualcuno, devi pagarlo. E lo abbiamo fatto. Non ci sono altre ragioni dietro quei soldi”.

Rapporto con Platini incrinato nel 2007

Il rapporto con Platini si è incrinato quando, nel 2007, è stato eletto presidente della Uefa “mentre un anno prima eravamo i migliori amici. Non mi ha mai spiegato perchè mi ha messo ai margini”. Guardandosi indietro, l’unico vero rammarico per Blatter è che “dopo i Mondiali del 2014 avrei dovuto avere il coraggio di farmi da parte. Ma cinque delle sei Confederazioni mi chiesero al Congresso di San Paolo di rimanere come presidente”.

Ma secondo Blatter, la chiave sta nell’assegnazione dei Mondiali del 2022: “4 voti dell’Europa vennero meno alla candidatura americana e il Qatar vinse 14-8. Se gli Usa avessero avuto i Mondiali, oggi non parleremmo di alcun problema alla Fifa”. Poi rassicura la Russia: “non perderete i Mondiali del 2018, non ci sarà alcuna modifica. L’Inghilterra? Non sa perdere. Hanno ottenuto un solo voto, nessuno voleva il Mondiale lì”.

Secondo il 79enne dirigente svizzero, nella Fifa c’è bisogno di maggiore equilibrio fra Europa e Africa (“perché la Uefa dovrebbe avere 8 membri e 3 vicepresidenti quando l’Africa ha più Federazioni?”) e di un maggior coinvolgimento delle donne, mentre sulla proposta del limite di età (74 anni) pensa sia “senza senso, è una discriminazione ed è stata già bocciata due volte dal Congresso. Un limite ai mandati va bene invece e non deve essere applicato solo al presidente”, il riferimento al tetto di 12 anni suggerito dalla Commissione per le riforme.

Se Dio è con me…

Blatter, comunque, spera di tornare in sella in tempo per il 26 febbraio.”Se Dio è con me, tornerò presidente in tempo per guidare il mio ultimo Congresso, è il mio sogno – chiosa – Come deve essere il nuovo presidente? Ci sono almeno 140 federazioni che senza la Fifa non possono esistere e vogliono qualcuno che abbia la loro stessa idea, che il calcio non è solo la Champions. Personalmente penso che la maggior parte dei candidati, a eccezione di Platini, sia su questa linea. Infantino? C’è gente in Europa, soprattutto al nord, che pensa che con lui è la fine dell’Europa stessa. Alla maggior parte delle Federazioni non piace. Al prossimo presidente della Fifa però dico: non dimenticare che è l’istituzione di maggior valore al mondo, il calcio è una scuola di vita per tutti e un gioco che regala emozioni. Il calcio unisce la gente e non possiamo perderlo”. (

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