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Blocher: proteggere il Paese da “dittatura élite politica”

(Keystone-ATS) Lasciato da meno di un mese il Consiglio nazionale, Christoph Blocher si lancia in una nuova crociata: questa volta il “tribuno” dell’UDC si concentra contro “la dittatura” dell’élite politica svizzera. Nel corso del primo raduno del suo nuovo movimento “No alla strisciante adesione all’UE”, organizzato stasera a Vorderthal (SZ), Blocher ha accusato i politici di preparare una “subdola” entrata nell’Unione europea facendosi beffe della volontà del popolo.

Lo zurighese ha sparato a zero sull’accordo quadro attualmente negoziato da Berna e Bruxelles: un’intesa – ha tuonato – che “impegna la Confederazione ad adottare automaticamente il diritto europeo e a riconoscere la Corte di giustizia dell’UE come istanza di riferimento”. “Bisogna impedire che ciò avvenga, per preservare l’indipendenza della Svizzera”, come previsto dalla Costituzione federale all’articolo 2. Il “popolo elvetico” vi si deve opporre attivamente.

Blocher ha messo in guardia: “a Berna si dirà” che questo accordo quadro mira unicamente a “rinnovare gli accordi bilaterali e che non si vuole aderire all’Unione europea”, mentre in realtà è “evidente che i funzionari di Bruxelles vedono di cattivo occhio il fatto che la Svizzera non sia membro” dell’UE.

L’ex consigliere federale ha deciso di ritirandosi dal Consiglio nazionale per dedicarsi anima e corpo a contrastare “le macchinazioni” del Governo e della maggioranza del Parlamento, che minacciano “la libertà, la sicurezza e la prosperità della Svizzera”. Manovre che avvicinano inesorabilmente il paese all’UE a scapito della volontà popolare. Ma i cittadini – ha enfatizzato – “non vogliono aderire all’Unione”.

Arringando l’assemblea, lo zurighese non ha mancato di menzionare il 6 dicembre 1992, data in cui il popolo svizzero aveva respinto alle urne l’adesione allo Spazio economico europeo (SEE). Grazie a questa vittoria – ha aggiunto – la Svizzera continua ad essere uno “Stato libero” e in questi anni non ha sofferto dell’isolamento ventilato allora dai partigiani dello SEE.

Contattato nel pomeriggio dall’ats, il vicepresidente dell’UDC Claude-Alain Voiblet ha affermato che il nuovo movimento porterà avanti le proprie battaglie ricorrendo a referendum ed iniziative popolari. L’associazione, di cui Voiblet è membro del comitato, mira a “creare una rete in tutta la Svizzera”.

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