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BNS e altre banche centrali pensano a proprie monete digitali

In futuro niente più fruscio delle banconote? KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) La Banca nazionale svizzera (BNS) e altre grandi banche centrali pensano all’emissione di criptovalute. In un rapporto vengono delineate le caratteristiche essenziali di una moneta digitale, ma non viene riportato alcun parere circa la sua effettiva emissione.

Il documento è stato elaborato da sette banche centrali – oltre alla BNS, la Federal Reserve, la Banca centrale europea (Bce) la Bank of Canada, la Bank of England, la Bank of Japan e la Sveriges Riksbank – nonché dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI), si legge in un comunicato odierno della Banca nazionale.

Secondo il rapporto la cosiddetta moneta digitale di banca centrale (central bank digital currency, CBDC) dovrebbe affiancare il contante e altre forme di moneta all’interno di un sistema di pagamento flessibile e innovativo, sostenere obiettivi strategici più ampi senza pregiudicare la stabilità monetaria e finanziaria, nonché possedere proprietà che favoriscano l’innovazione e l’efficienza.

“Lo studio rappresenta un vero passo avanti nella definizione di principi comuni e nell’identificazione delle caratteristiche fondamentali che riteniamo necessarie al corretto funzionamento di un sistema basato su una CBDC”, afferma Jon Cunliffe, copresidente del gruppo di lavoro e vice governatore della Banca d’Inghilterra, citato nella nota. “Il forte consenso internazionale raggiunto all’interno del gruppo contribuirà a guidare le singole banche centrali nell’esplorazione della forma e delle possibilità di impiego di una CBDC nelle rispettive giurisdizioni”.

Un sistema basato sulla criptovaluta dovrà essere resiliente e sicuro, al fine di preservare l’integrità operativa, essere pratico e disponibile a costo ridotto o nullo per l’utente finale ed essere sorretto da standard appropriati, nonché da un quadro normativo chiaro. Sarà inoltre necessario assegnare al settore privato un ruolo appropriato e promuovere la concorrenza e l’innovazione.

“Così concepito, questo sistema può favorire un circuito dei pagamenti più resiliente, efficiente, inclusivo e innovativo”, sostiene un altro copresidente del gruppo di lavoro, Benoît Cœuré. “Anche se non ci sarà una CBDC universale, date le specificità e priorità di ciascun paese, il nostro studio rappresenta comunque un punto di partenza per l’ulteriore sviluppo di una CBDC attuabile”.

Le prossime fasi di sviluppo richiederanno fra l’altro una concreta sperimentazione tecnica. Il gruppo delle banche centrali continuerà a collaborare sul tema della CBDC, senza però anticipare alcuna decisione in merito all’introduzione o meno di una moneta digitale nelle rispettive giurisdizioni.

“Se da una parte la tecnologia cambia le nostre abitudini di pagamento, dall’altra le banche centrali sono chiamate a preservare la fiducia del pubblico nella loro moneta”, afferma la presidente della Bce Christine Lagarde, pure lei citata nel comunicato.

La nota si conclude con un intervento del presidente della BNS Thoms Jordan. “Attualmente assistiamo a uno sviluppo molto rapido nell’ambito della moneta digitale”, afferma. “Le banche centrali debbono formarsi un’opinione fondata indagando se e come impiegare in futuro una moneta digitale di banca centrale in forma tokenizzata”.

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