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BNS fissa corso minimo 1,20 franchi per un euro, manovra efficace

(Keystone-ATS) La Banca nazionale svizzera (BNS) ha lanciato oggi un segnale chiaro contro la speculazione sul franco svizzero, fissando una soglia minima di 1,20 per un euro che è decisa a ottenere costi quel che costi. E la manovra è finora riuscita: il corso dell’euro è subito risalito fino a superare lievemente questa soglia.

In una breve nota diramata stamane, la BNS afferma che “da oggi non tollererà più corsi inferiori” a 1,20 franchi per un euro e che la farà rispettare “con tutta la determinazione richiesta”: la banca centrale si aspetta “un indebolimento sostanziale e durevole del franco” e si dice “pronta ad acquistare divise in quantità illimitata” a sostegno del suo obiettivo. Anche a 1,20 franchi la valuta elvetica rimane a un livello alto, rileva la Banca nazionale, aggiungendo che se le prospettive economiche e i rischi di deflazione lo esigono, “adotterà misure supplementari”.

La decisione fa seguito a una serie di provvedimenti presi in agosto – dopo che le due valute avevano quasi raggiunto la parità – con diverse iniezioni di liquidità nel circuito economico, che però non hanno raggiunto l’effetto sperato.

Gli effetti non si sono fatti attendere sui mercati finanziari, visibilmente sorpresi. Pochi istanti dopo l’annuncio alle 10 l’euro era già salito da meno di 1,12 fino a superare persino la soglia-obiettivo e a toccare un massimo di 1,2162, il corso di inizio luglio. Alle 17.00 era negoziata a 1,2024 franchi. Si tratta della correzione più forte mai vista sul mercato dei cambi per la divisa elvetica dall’introduzione della moneta unica europea. Anche il dollaro ha ripreso nettamente quota salendo da 0,79 franchi a 0,8565. La Borsa di Zurigo ha pure preso uno scossone, con una impennata dell’indice SMI dei titoli guida, che ha superato nella mattinata il 5%. Alle 17.00 il listino principale segnava un rialzo del 3,80%.

La decisione della BNS è commentata positivamente dagli analisti interpellati dalle agenzie. Secondo Bernard Lambert, capo economista della banca privata Pictet & Cie, si tratta di un obiettivo credibile. A suo avviso, l’istituto di emissione riuscirà a difendere questo tasso. Solo un forte aggravarsi della crisi in Europa, per esempio l’insolvenza di un paese come l’Italia, o una estesa crisi bancaria potrebbe impedire alla BNS di mantenere questo obiettivo, ha detto Lambert.

Diversi operatori avvertono tuttavia che le cause della forza del franco rispetto all’euro rimangono immutate. Poiché la crisi del debito dell’Eurozona rimane, tutto dipenderà da quanto decisamente la BNS difenderà il suo obiettivo.

L’ultima volta che la BNS aveva fissato una soglia di corso era stata nell’ottobre 1978: 33 anni fa l’istituto di emissione era riuscito a mantenere l’allora fortemente sottovalutato marco tedesco ad almeno 80 centesimi. Quanto potrà costare la nuova manovra è difficile prevedere, afferma l’economista del Credit Suisse Martin Neff. Vista l’attuale massiccia sopravvalutazione del franco si dice però fiducioso.

Da Francoforte la Banca centrale europea (BCE) ha “preso atto” della decisione della BNS, aggiungendo che non ci sono state consultazioni e che la banca centrale elvetica ha agito “sotto la sua esclusiva responsabilità”.

Amadeu Altafaj, portavoce del Commissario europeo per gli affari economici e finanziari Olli Rehn, ha ripetuto queste identiche espressioni. Egli ha aggiunto che la Ue è “consapevole dell’importanza al limite dell’interdipendenza dei rapporti con la Svizzera”, che è il terzo partner commerciale dell’Unione, ma ha evitato di fare commenti più politici sul significato della decisione svizzera affermando che “la Commissione europea non si pronuncia sui tassi di cambio”.

Praticamente unanime la soddisfazione in Svizzera, nel Consiglio federale, tra i partiti e le associazioni economiche. “Il governo sostiene pienamente tale misura”, ha dichiarato il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann, secondo il quale il provvedimento “sgrava e rende più sicura” l’economia elvetica. Le aziende sanno ora quali parametri devono utilizzare per stilare i loro bilanci. Inoltre, non si deve sottovalutare l’effetto psicologico della decisione della BNS.

Vista la minaccia della perdita di posti di lavoro il provvedimento era necessario, “situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali”, ha commentato Rudolf Minsch, capo economista della Federazione svizzera degli imprenditori Economiesuissse. Anche l’Unione svizzera arti e mestieri (USAM) giudica favorevolmente la mossa della banca centrale.

Un po’ più tiepida l’Unione sindacale svizzera: è “un segnale importante” che va nella buona direzione, afferma l’USS, che ribadisce tuttavia la sua rivendicazione di una soglia franco-euro a 1,40. Secondo il suo capo economista Daniel Lampart, la pressione sui salari e i posti di lavoro continuerà a rafforzarsi nei prossimi tempi con un tasso inferiore a questa soglia.

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