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Bomba su aereo russo in una lattina

(Keystone-ATS) ‘Colpo di scena’ dell’Isis sull’ultimo numero di Dabiq, il suo magazine in lingua inglese: che rivendica l’abbattimento dell’aereo russo in Sinai con a corredo la foto della lattina-bomba che “ha distrutto” il velivolo “crociato”.

Ma anche il ‘solito’ orrore, con la notizia dell’uccisione dei due ostaggi, uno norvegese l’altro cinese, che a settembre l’Isis aveva ‘messo all’asta’, sempre su Dabiq.

La rivista, che in apertura ha il titolo “Just terror” e una foto delle stragi di Parigi di venerdì, scrive che: “Dopo aver scoperto la strada per compromettere la sicurezza dell’aeroporto di Sharm el Sheikh, per abbattere un aereo appartenente a un Paese della Coalizione internazionale contro l’Isis, abbiamo deciso di cambiare obiettivo con un velivolo russo. Una bomba è stata piazzata nell’aereo. Il risultato è stata la morte di 219 russi e altri 5 crociati, solo un mese dopo l’inizio dei raid russi”.

Viene pubblicata la foto di una lattina di Schweppes “Gold” all’ananas, con accanto un detonatore e un innesco. È la lattina-bomba che avrebbe fatto esplodere l’aereo in volo.

Ventiquattro ore fa, il capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, confermando che l’Airbus della Metrojet/Kogalymavia, era stato abbattuto da un attentato terroristico, ha annunciato che gli esperti hanno trovato trovate tracce di esplosivo di produzione straniera sui frammenti dell’aereo e che la bomba aveva una potenza fino a 1,5 kg di tritolo.

Oggi fonti vicine all’inchiesta hanno rivelato che l’ordigno artigianale era stato piazzato sotto al sedile di un passeggero. Proprio dove poteva essere finita la lattina-bomba. Dabiq contiene poi l’ennesima sequela di sinistra propaganda, dalla celebrazione degli “8 cavalieri” che hanno fatto strage a Parigi venerdì promettendo nuovi attacchi, fino alle nuove minacce a Roma e ai cristiani.

C’è poi l’ennesima pagina di orrore, con le immagini raccapriccianti dei due ostaggi, Ole Johan Grimsgaard Ofstad e Fan Jinghui, con i volti trasformati in maschere di sangue: “Giustiziati, dopo essere stati abbandonati dalle nazioni e dalle organizzazioni dei miscredenti”, recita l’ultima pagina della rivista.

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