Navigation

Bombe a grappolo: 16 istituti finanziari svizzeri vi investono

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 maggio 2011 - 13:20
(Keystone-ATS)

Sedici istituti finanziari svizzeri, tra cui Credit Suisse e UBS, continuano ad investire nella produzione di bombe a grappolo. Lo ha denunciato oggi l'organizzazione non governativa Handicap International, secondo cui questi finanziamenti vanno vietati.

Il trattato internazionale che vieta le armi a sottomunizioni, entrato in vigore il primo agosto 2010 e ratificato da 57 paesi, proibisce l'assistenza alla produzione di queste armi che colpiscono soprattutto i civili, hanno spiegato in una conferenza stampa a Ginevra la consigliera agli Stati Liliane Maury Pasquier (PS/GE) e il consigliere nazionale Hugues Hiltpold (PLR/GE). "Il denaro è il nervo della guerra. Bisogna vietare il finanziamento di queste armi", ha detto la Maury Pasquier.

Complessivamente 166 istituti finanziari di quindici paesi forniscono oltre 39 miliardi di dollari ai produttori noti di bombe a grappolo, secondo un rapporto di Pax Christi (Olanda) e Netwerk Vlaanderen (Belgio) pubblicato oggi.

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?

Notiziario
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.

Scoprite ogni settimana i nostri servizi più interessanti.

Iscrivitevi ora per ricevere gratuitamente i nostri migliori articoli nella vostra casella di posta elettronica.

La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.