Borsa svizzera: chiude in netto ribasso, SMI -2,03%
(Keystone-ATS) Giornata nettamente negativa per la borsa svizzera, che ha vissuto la seduta peggiore dallo scorso giugno. L’indice dei valori guida SMI ha terminato a 10’325,44 punti, giù del 2,03% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso l’1,89% a 12’823,90 punti.
A raggelare gli investitori sono i numeri dei nuovi casi di coronavirus nel mondo, che fanno temere nuovi confinamenti, con conseguenze nefaste per la ripresa globale. Un altro fattore di incertezza è costituito dall’approssimarsi delle elezioni americane, mentre nel comparto finanziario hanno avuto l’effetto di una bomba le rivelazioni del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (CIGI) sulle carenze di numerosi istituti nel campo del riciclaggio.
A soffrire di quest’ultimo aspetto in Svizzera sono stati i bancari UBS (-6,15% a 10,31 franchi) e Credit Suisse (-6,31% a 9,17 franchi). Pesantemente negativi si sono mostrati anche gli assicurativi Zurich (-3,72% a 331,40 franchi), Swiss Re (-4,92% a 69,60 franchi) e Swiss Life (-4,17% a 353,90 franchi).
Non si è rivelata comunque una giornata facile nemmeno per i valori maggiormente dipendenti dai cicli economici come ABB (-3,78% a 22,92 franchi), LafargeHolcim (-4,43% a 41,68 franchi) e Sika (-2,91% a 217,10 franchi). In difficoltà si è trovato anche il segmento del lusso, con Richemont (-3,67% a 61,42 franchi) ancora più in rosso di Swatch (-2,27% a 201,70 franchi).
La corrente generale ha trascinato anche Roche (-1,49% a 338,00 franchi) – che ha sottolineato come non voglia cedere la divisione diagnostica – e Novartis (-1,63% a 81,58 franchi), mentre maggiore resistenza è stata offerta dal terzo peso massimo difensivo, Nestlé (invariata a 108,42 franchi). In contro tendenza, in una giornata che non era da capitani coraggiosi, si è trovato a lungo un altro valore spiccatamente difensivo come Swisscom (-0,06% a 499,20 franchi), poi spentosi nel finale.
